Lunedì 23 Dicembre 2024

Berlusconi si riprende il partito e avverte Fitto: si adegui

ROMA. L'applauso che lo accoglie all'ingresso nella saletta a Montecitorio, dove deputati e senatori di Forza Italia diligentemente lo aspettano da una decina di minuti, non riesce a cancellargli dal volto una smorfia di irritazione per l'assenza, già annunciata, dei "fittiani". Silvio Berlusconi ha chiamato i gruppi parlamentari a raccolta per "riprendersi" il partito e lanciare "una fase nuova aperta a tutti". E quelle poltrone vuote sono un gesto di disobbedienza ingiustificabile: "Una settimana, due al massimo, e poi Fitto e i suoi devono decidere: o dentro o fuori", si lascia andare. E' un ultimatum al quale, da Strasburgo, l'europarlamentare pugliese replica con una nota. "Una nostra cacciata? Perché? Perché facciamo opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme, e, purtroppo, su tutto il resto?". Sembra di rileggere le parole di sfida che Gianfranco Fini lanciò a Berlusconi prima di lasciare l'allora Pdl. Fitto, però, non sembra intenzionato a traslocare ed anzi rilancia la sua iniziativa, la convention dei "Riformatori" in programma il 21 febbraio a Roma. Lo scontro tra i due è durissimo. L'ex premier ha organizzato la riunione a Montecitorio proprio per riprendersi il partito e per spiegare il "cambio di rotta a 360 gradi" nei confronti del governo: "Opposizione senza sconti e senza quella benevolenza che questo governo ha dimostrato di non meritare" perché "il Pd considera lo Stato e le istituzioni come cosa propria e non patrimonio di tutti". Il Cavaliere, quando entra nella saletta, ha in mano i fogli di discorso più volte limato e rivisto in questi giorni: sono le riflessioni sul fallimento del Patto del Nazareno con una difesa indiretta nei confronti di Denis Verdini (la cui linea aperturista nei confronti di Renzi esce malamente sconfitta): "Se c'è una responsabilità è mia perché io ci avevo creduto e sperato fino in fondo" ma "è il Pd che ha tradito", dice ai parlamentari azzurri. Ma nel discorso ci sono anche i punti del rilancio forzista in vista delle regionali. Si parte ovviamente dalla rinnovata agibilità politica del Cav: "Il 9 marzo torno in campo e sono certo che sarete con me", dice Berlusconi ritrovando il sorriso. Poi replica con durezza a Matteo Salvini, i cui toni "un po' spavaldi" in merito alla rinnovata intesa Fi-Lega non sono piaciuti a molti in Fi: "Anche se siamo amici, dalla Lega non accettiamo nessun diktat sui nomi dei candidati e sui nostri alleati", rassicura l'ex premier. Il riferimento è alle candidature per le regionali e al "no" del Carroccio a possibili alleanze con l'Ncd di Angelino Alfano. Forza Italia, infatti, non ha intenzione di rompere con i centristi che in Campania, ma probabilmente anche in Veneto, potrebbero risultare determinanti per la vittoria elettorale del centrodestra. Il testo letto da Berlusconi, e poi distribuito alla stampa, è prudente nei toni, senza sbavature. Ogni passaggio appare studiato. Berlusconi, però, non riesce a tenersi e quando affronta le questioni interne va a braccio. L'irritazione con Fitto è forte. "Se Raffaele se ne va e fa un suo partito arriva al massimo all'1,3%", sbotta. "Dopo tanta pazienza, comprensione e buona volontà siamo arrivati al momento in cui mettiamo un punto fermo. O fanno la minoranza o se ne vanno. Ma dove vanno?". Il documento, che non contiene i riferimenti a Fitto, va al voto e ottiene l'approvazione all'unanimità di tutti i parlamentari presenti. "Preparatevi che il 9 marzo vi trasformerò in rivoluzionari". Poi Berlusconi lascia Montecitorio e torna a Palazzo Grazioli.

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