ROMA. «Marginali? Abbiamo avuto un'influenza determinante nell'elezione del capo dello Stato. Il Presidente era il candidato indicato dalla minoranza del Pd», che ha scelto «una personalità al di sopra delle parti, il più possibile estranea ai conflitti che hanno diviso il Paese, le forze politiche e anche il Pd al suo interno. Renzi ha gestito una candidatura avanzata dalla minoranza del Pd. Per noi è stato un successo importante».
Intervistato dal Messaggero, l'ex premier Massimo D'Alema chiede al governo di continuare con il metodo Quirinale anche per le riforme. «Si parta dal Pd unito e non si arruolino Scilipoti di turno», dice D'Alema.
«Il governo del Paese non può puntare a sostituire il Patto del Nazareno con il trasformismo parlamentare. Spero che Renzi si renda conto che l'idea di comandare senza considerare il dibattito democratico, con continui appelli all'obbedienza, è rischiosa».
Sul Patto, «è evidente che tra Renzi e Verdini c'è un rapporto estremamente intenso. Se è saltato o meno questo patto di potere, lo vedremo alla prova dei fatti, se si potranno correggerne gli effetti negativi sulle leggi», osserva D'Alema, secondo cui «va cambiata la legge elettorale perchè, avendo ceduto a Berlusconi sul punto dei capilista bloccati, non assicura ai cittadini il diritto di scegliere i parlamentari».
Parlando della Grecia, «ci sono idee interessanti che propongono una moratoria del debito per dare respiro al governo greco e rilanciare la crescita. Non vanno lasciate cadere», afferma D'Alema, che riconosce a Tsipras il merito di aver «ricostruito la sinistra».
Grecia e Italia, aggiunge, «sono realtà molto diverse. La sinistra italiana è stata protagonista della fondazione del Pd e ora deve tornare ad esercitare un'influenza determinante nel partito».
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