Venerdì 22 Novembre 2024

Corruzione e falso in bilancio: arriva l'accordo nella maggioranza

ROMA. Dopo lo scossone al patto del Nazareno e mentre Renzi ricuce con Alfano, un vertice Pd-Ncd decreta l'intesa sul ddl anticorruzione e l'inasprimento del falso in bilancio, con possibile revisione delle soglie di non punibilità che avevano fatto infuriare i Cinque Stelle. E, a cose fatte, in serata il premier telefona al guardasigilli per congratularsi. Il vertice si è svolto a via Arenula tra il ministro Orlando, il viceministro Costa (Ncd) e i principali esponenti Pd, Ncd e Scelta civica delle commissioni di Camera e Senato. Quel che ne esce, oltre a una tabella di marcia in vista del voto dei testi, è un dato politico: come la maggioranza di governo intende muoversi su quello che finora è stato un campo minato, la giustizia. Ncd voterà i provvedimenti, assicura Costa. Orlando si augura «il maggiore appoggio possibile»; dai 5 stelle (certi che proprio le loro critiche abbiano smosso il governo dalla sua «immobilità»), da Sel e anche da Forza Italia «che non credo sia necessariamente tagliata fuori». Il senatore azzurro Nitto Palma raccoglie, con riserva: «Finalmente la commissione potrà varare il testo» su cui però ci sono «critiche fondate». Viste anche le accuse di rallentare l'iter del testo piovute sul governo, era necessario «dare un segnale di compattezza sulla lotta alla corruzione», come ha sintetizzato Costa. E il segnale è giunto, non a caso, oggi. In attesa dei fatti, l'Anm spinge: «La strada è giusta ma va percorsa ulteriormente con più coraggio». E per bocca della presidente della commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferrante, certa che siano stati «sciolti i nodi», si profila un orizzonte temporale - marzo - per varare la legge. Il ddl è in discussione al Senato: punto di partenza, il testo presentato due anni fa da Grasso; la Camera ha invece all'esame misure su prescrizione e processo penale. Il tentativo è farli procedere parallelamente. Con l'accordo il Pd porta a casa pene più dure per i reati di corruzione, con innalzamento della prescrizione. Le sanzioni previste per il pubblico ufficiale sono estese all'incaricato di pubblico servizio. Dopo il rialzo delle pene per la corruzione propria (da 4-8 anni a 6-10), si armonizzano quelle per l'induzione indebita (da 3-8 anni a 4-10 anni), con riflessi sull'interdizione dai pubblici uffici; e quelle per chi sta a libro paga, il pubblico ufficiale che riceve indebitamente denaro o altra utilità (da 1-5 anni a 1-6). Quanto al falso in bilancio, «diventa un reato vero», commenta il senatore Pd Lumia, perchè si accantona l'ipotesi che per le società non quotate fosse perseguibile solo a querela: sarà sempre perseguibile d'ufficio. C'è poi «un'apertura a non lasciare soglie di non punibilità», aggiunge Lumia, cioè quel tetto a favore delle società non quotate per falsità o omissioni che comportino una variazione del risultato economico non oltre il 5%. Un ombrello per le piccole imprese più esposte a errori. Ombrello che resterà, assicura Orlando. Ma non è detto che lo strumento saranno le soglie: si sta studiando un'alternativa. Ncd, da parte sua, ottiene di non vedere modifiche su abuso d'ufficio e traffico d'influenze. Non ci sarà neppure l'agente provocatore infiltrato nella Pa, ritenuto prematuro per il nostro sistema. Sì, invece, ed è condiviso col Pd, allo sconto di pena da un terzo alla metà per i corrotti che collaborano con i magistrati, sulla falsa riga dei pentiti di mafia. Anche sulla prescrizione Ncd ha avuto un peso: la parola passa alla Camera, che ha in cantiere un ddl complessivo. Le modifiche per alzare la prescrizione della sola corruzione, previste nel ddl Grasso, sono state accantonate: si è ritenuto sufficiente l'effetto che avrà l'insieme delle misure in esame sulla prescrizione, che si allunga con l'inasprimento delle pene per la corruzione e con le generali sospensioni di due anni dopo la condanna in primo grado e di uno dopo l'appello. Meccanismo che porta a 15 anni e mezzo il tempo in cui si prescrive la corruzione. Infine, impegno a calendarizzare al più presto alla Camera l'esame del ddl sul processo penale, che contiene la delega sulle intercettazioni.

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