ROMA. «Il patto del Nazareno era nato per volere di due contraenti, il segretario del Pd e il presidente di Forza Italia, che in modo paritario decidevano di sedersi attorno a un tavolo per stabilire, in modo concorde e condiviso, le riforme dall'architettura dello Stato: superamento del bicameralismo paritario, riforma del titolo V della Costituzione e Legge elettorale. In cima a tutto: un presidente della Repubblica condiviso. Sopravvenute le dimissioni di Giorgio Napolitano, giungeva il momento di mettere in pratica quel primo punto dell'accordo. Così non è stato». Lo scrive capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, in un lungo intervento sul Tempo in cui definisce il premier Matteo Renzi «un uomo sleale, patologicamente affetto da azzardo morale». «L'elezione del Presidente della Repubblica - contro la cui degnissima persona non abbiamo alcuna riserva - è stato l'ultimo episodio di tracotanza che corona un anno di forzature estenuanti», scrive Brunetta. «Dunque occorre voltare pagina. Il Patto è finito. Prendiamo atto della rottura degli accordi e del tradimento della buona fede di Forza Italia da parte di Matteo Renzi». «Quello che abbiamo fatto fino ad oggi non era sbagliato. Ma aveva senso, trovava giustificazione morale e politica, anche nei passaggi che noi abbiamo sempre ritenuto sbagliati, perchè alla fine c'era la garanzia suprema di un arbitro scelto da entrambi», evidenzia Brunetta. «Renzi ha barato. Nulla sarà più come prima. Nel Parlamento, anzitutto. Ma lo stiamo già vedendo nel Paese».