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Crocetta incontra Delrio e Faraone: faremo le riforme ma dateci risorse

Scatta la trattativa con lo Stato, entro il fine settimana un nuovo vertice

PALERMO. Il primo faccia a faccia si è svolto ieri a Roma. Governo nazionale e Regione iniziano a discutere sulle soluzione per tirare fuori dalle secche la Sicilia.
Rosario Crocetta ha incontrato il sottosegretario Graziano Delrio. E all’incontro ha partecipato anche Davide Faraone, luogotenente di Renzi in Sicilia che col presidente della Regione si è scontrato ripetutamente negli ultimi giorni.
L’incontro è durato meno di un’ora. Ma - è la sintesi di Crocetta - ha posto le basi per avviare il tavolo tecnico che dovrà affrontare il caso Sicilia: «Domani o al massimo venerdì il confronto partirà ufficialmente. È il passaggio più importante per arrivare poi ad approvare la nostra Finanziaria con riforme e norme di sviluppo».


Crocetta ha illustrato a Delrio le riforme in cantiere: «Gli ho detto che stiamo tagliando sprechi e privilegi sul personale regionale come sui forestali. Che la Sicilia farà la sua parte ma che in cambio non chiede altro se non l’applicazione dello Statuto». Formula politica che cela una richiesta di almeno un paio di miliardi (frutto del riconoscimento di entrate previste appunto nello Statuto) e sconti di almeno 600 milioni nel cofinanziamento della sanità pubblica. Secondo Crocetta «il clima è positivo e anche con Faraone c’è stato un chiarimento».
Faraone avrebbe ribadito a sua volta i timori che nel governo e nella maggioranza venga isolato l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. A sua volta suggerito da Delrio e «garante» di quelle riforme che per Roma sono premesse indispensabili per aiutare la Regione.
Baccei all’Ars ha illustrato il Dpef con le strategie della Regione, senza però riuscire a farlo approvare. Dibattito rinviato al 18 febbraio. Baccei ha spiegato che sono «due le strade per salvare la Sicilia dal default, una di queste è la scrittura di questo documento con la partecipazione delle associazioni datoriali, le forze di opposizione e le parti sociali e con il contributo del Parlamento.

Questa fase vedrà l'apertura di un tavolo con il Governo centrale. L'altra strada è quella della programmazione dei fondi europei, circa 20 miliardi, dei quali potremo beneficiare nei prossimi dieci anni. Sono questi fondi la speranza della Sicilia, dobbiamo investire in capacità di spendere bene per l'economia dell'isola». Ma lo scontro dentro la maggioranza e con l’opposizione è molto duro. E va oltre aspetti politici, come racconta Toto Cordaro di Forza Italia: «Lei - ha detto rivolgendosi all’assessore - è stato visto mentre in un ristorante di via Notarbartolo era al tavolo con tre commensali dal marcato accento del basso nisseno. Ed è stato ascoltato mentre aveva un tono irridente e poco rispettoso nei confronti dei deputati regionali. C'è bisogno di sobrietà, non di spocchia». L’assessore, in aula, non ha replicato.

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