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Crocetta: «Con Mattarella un nuovo corso
politiche di rigore e solidarietà»

Il presidente della Regione: «Sta nascendo la Terza Repubblica, È come dice la Costituzione bisogna rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza»

PALERMO. «Ancora non avevamo capito cosa fosse la Terza Repubblica. Con Mattarella lo stiamo scoprendo. La Terza Repubblica affonda le proprie radici nella Costituzione e il suo principio ispiratore è l’articolo che impone di ”rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza”»: Rosario Crocetta ha appena assistito al discorso del neo Presidente. E nelle sue parole legge un rigore e un orgoglio che, segnala, è ”la parte migliore della sicilianità».
Cosa l’ha colpita del discorso di Mattarella?
«Una condanna così netta della mafia e della corruzione non ha precedenti. Neppure nei congressi nazionali dei partiti si pronunciano parole così forti. Non ricordo parole simili in occasioni tanto importanti. Ha mostrato la vera anima della Sicilia democratica».
Che cosa si aspetta da questo settennato?
«Mi aspetto che si sviluppino i temi che Mattarella ha trattato nel suo discorso di insediamento. Ha parlato della questione meridionale, troppo presto uscita dall’agenda italiana ed europea. E mi è piaciuto molto il riferimento ai fratelli stranieri, al dialogo interreligioso, ai disabili. Anche in questo c’è la parte migliore della sicilianità. Pensiamo anche solo al fatto che nel nostro dialetto non c’è una parola che faccia riferimento al concetto di straniero. Noi al massimo diciamo ”forestiero”, mentre nelle altre lingue si usano parole che hanno come radice il concetto di ”strano”».
Nel passaggio in cui ha parlato delle vittime della mafia non ha citato suo fratello.
«L’ho notato. Ha invece ricordato Falcone e Borsellino. È un estremo atto di umiltà. E ho notato che Grasso era quasi alle lacrime, così come lo ero anch’io. Un momento molto toccante della cerimonia. Che ha mostrato come Mattarella porta dentro di sè le sofferenze che sono comuni a tutti i siciliani. Lui è un italiano di Sicilia. Punta all’unità nazionale ma si porta dentro la Sicilia migliore, quella che non si piega a logiche di potere e violenza».

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