ROMA. È durato 35 minuti il messaggio alla Nazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È stato punteggiato da quaranta applausi oltre a quello finale, una standing ovation di diversi minuti. Dura poco più di tre minuti l'applauso dell'Aula di Montecitorio alla fine del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Tutta l'Aula si è levata in piedi, compresi i parlamentari di M5S che però non hanno applaudito. Gli applausi sono stati in tutto 41 oltre a quello iniziale.
È stato il giorno del giuramento di Sergio Mattarella che ieri sera si è dimesso da giudice costituzionale e oggi farà il suo arrivo al Colle. La Corte si è riunita ieri sera in seduta non giurisdizionale e ha preso atto della nota, con la quale il Presidente della Repubblica eletto, ha comunicato di non poter più esercitare le funzioni di giudice costituzionale, in seguito alla sua elezione. La Corte gli ha conferito il titolo di Giudice costituzionale emerito e gli ha formulato fervidi auguri di buon lavoro.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella lettura del suo discorso, ad un certo punto salta una pagina. Se ne accorge subito e si scusa con un sorriso: «Avrei saltato un passaggio importante».
Il presidente, pochi minuti prima delle 10, è arrivato a Montecitorio per il giuramento accolto da un lungo applauso da parte dei parlamentari e si è seduto accanto al presidente della Camera, Laura Boldrini. Appena il neopresidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giurato alla Camera, si sono alzati i rintocchi della campana di Montecitorio. Un particolare ringraziamento è stato fatto all'ex presidente Napolitano. «Rivolgo un saluto rispettoso all'Assemblea a ai parlamentari che interpretano la sovranità del popolo. Ringrazio la presidente Boldrini e la vicepresidente Fedeli e tutti coloro che hanno preso parte al voto». Sono le prime parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in Aula dove ha rivolto «un deferente saluto ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano».
«Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato». «L'unità rischia di essere difficile, fragile e lontana, l' impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani». «La lunga crisi ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione». Quelli economici sono «punti di un'agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione». «L'urgenza delle riforme istituzionali e economiche deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla comunità».
«Per uscire dalla crisi che ha fiaccato l'economia nazionale ed europea va alimentato il ciclo economico da tempo atteso». «I cittadini chiedono trasparenza e coerenza nelle decisioni». - «Questo Parlamento presenta elementi di cambiamento: la più alta percentuale di donne e tanti giovani. Un risultato prezioso che troppo volte la politica stessa finisce di dimenticare».
«Siamo tutti chiamati ad assumere la responsabilità primaria di riaccostare gli italiani alle istituzioni. Bisogna intendere la politica come bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti. È necessario ricollegare le istituzioni a quei cittadini che le sentono estranee. Sarò un arbitro imparziale, spero che i giocatori lo aiutino».
«Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato bel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. È un'immagine efficace. All'arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L'arbitro deve essere e sarà imparziale».
«I giovani parlamentari rappresentano con la loro capacità critica e indignazione la voglia di cambiare. A loro chiedo di dare un contributo ad essere unità nazionale non dimenticando mai l'essenza dell'essere parlamentari. Il Parlamento non sia l'inasprimento della società ma si sia rappresentanti tutti insieme dell'intero popolo italiano e tutti insieme al servizio del Paese». «La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno per giorno». «Garantire la Carta significa riconoscere e rendere effettivo il diritto del lavoro. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace».
Mattarella ha parlato anche di lotta alla mafia e alla corruzione, affermando che sono delle priorità. «La corruzione divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci». «L'attuale Pontefice Francesco che ringrazio per il messaggio di auguri che ha voluto inviarmi ha usato parole severe contro i corrotti uomini di buone maniere ma di cattive abitudini». «È allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove» è «un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella aggiungendo che «dobbiamo incoraggiare l'azione determinata della magistratura e delle forze dell'ordine». Standing ovation dell'Aula della Camera quando Sergio Mattarella ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. All'applauso si uniscono le tribune del pubblico. «Nella lotta alle mafie abbiamo avuto molti eroi. Penso tra gli altri a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sottolineando che «per sconfiggere la mafia occorre una moltitudine di persone oneste, competenti, tenaci. E una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere».
«Altri rischi minacciano la nostra convivenza. Il terrorismo internazionale ha lanciato la sua sfida sanguinosa, seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti». Mattarella,condanna pratica violenza in nome religione. E ricorda Stefano Tachè ucciso in attentato Sinagoga Roma. «Per minacce globali servono risposte globali. Un fenomeno così grave non si combatte chiudendosi nel fortino degli Stati nazionali. I predicatori d'odio reclutano assassini , utilizzano Internet. La comunità internazionale deve mettere in campo tutte le risorse».
Quella dell'immigrazione «è un'emergenza umanitaria grave e dolorosa che deve vedere l'Ue più attenta, impegnata e solidale».
Standing ovation dell'Aula della Camera quando Sergio Mattarella ricorda i Marò. L'applauso parte dai banchi di Fdi e si propaga subito al resto dell'Aula tranne che a M5S. «Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinchè la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in Patria». «Di tre italiani, padre Paolo Dall'Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, non si hanno notizie in terre difficili e martoriate». Così il presidente Sergio Mattarella rivolgendo «solidarietà» ai famigliari e «l'augurio di un rapido ritorno a casa».
«L'Europa rappresenta oggi ancora una volta una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata senza indugio».
Campane a festa, salve di cannone, onori militari: il giuramento del presidente della Repubblica, alle 10 nell'Aula di Montecitorio, è una vera e propria "liturgia" repubblicana.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è uscito dalla sua abitazione nelle foresterie della Consulta diretto a Montecitorio per pronunciare il giuramento. Mattarella era a bordo della sua Panda grigia nel sedile accanto al guidatore e ha fatto un breve cenno di saluto rivolto alle tv. Tutta l'area attorno alla Consulta e al Quirinale è stata transennata fin dal mattino, con un continuo viavai di mezzi delle forze dell'ordine a due e a quattro ruote. Ad attendere Mattarella all'angolo tra via XXIV Maggio e via della Cordonata un gruppo di suore, che hanno salutato con la mano l'auto del presidente.
11.30: Mattarella si trasferisce nel salone dei Corazzieri. Breve discorso del presidente del Senato Piero Grasso che ha svolto il ruolo di Presidente supplente della Repubblica, quindi prende la parola il nuovo capo dello Stato. Alla cerimonia assistono i vertici delle istituzioni e i leader politici, invitati da Mattarella.
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