Lavoro, giustizia, sicurezza, sanità: i cittadini attendono risposte concrete. Una esigenza primaria di risposte sulle quali si incentrerà il discorso d'insediamento del neo eletto Presidente della Repubblica. Un discorso senza nessuna retorica, il tono pacato e sereno del Sergio Mattarella di sempre, che ora parla però dallo scranno più alto e istituzionalmente rilevante della Repubblica. Parole chiare sul ruolo internazionale dell'Italia e il Dna democratico e costituzionale che colloca naturalmente il Paese in prima fila nella lotta contro il terrorismo islamico e non, le mafie e tutte le sfumature di dittature, negazioni di diritti, sfruttamenti di esseri umani, devastazioni e inquinamenti dell'ambiente. Un vibrante discorso-appello alla Nazione, e alla politica, sull'urgenza di azzerare le statistiche della disoccupazione, dell'indigenza, della malasanità, dei tempi della brurocrazia e delle storture della macchina giudiziaria. Un discorso che farà venire il groppo alla gola fino alla commozione. Parole che, soprattutto, non potranno essere ignorate. «Le attese e le speranze suscitate dal nuovo Capo dello Stato vengono da lontano e - afferma l'editorialista e scrittore Giampaolo Pansa- sono destinate ad andare lontano». Sergio Mattarella il Tenace, il Calmo, l'anti eroe, lo descriveva Pansa su «Repubblica», nel febbraio del 1989, ventisei anni addietro, in un reportage sulla Sicilia. «Osservo il limpido fervore di Mattarella e mi vien da pensare: mio Dio, che illuso! Mi chiedo - sottolineava Pansa- come reggerà fra i carriaggi, le truppe, le grandi armate, i compromessi di potere, i pateracchi, i cinismi, le piccole viltà. Lui sorride, e nel sorriso si legge la risposta: talvolta la goccia e più efficace del torrente in piena. I piccoli passi sono importanti almeno quanto i grandi movimenti che suscitano clamore. Poi, di colpo, - scriveva ancora Pansa- mi ricordo di suo fratello Piersanti: si fece uccidere, a Palermo, per dar sostanza a tante giuste illusioni. E allora concludo: sì, meglio aspettare, meglio sperare». Opinione confermata? «Assolutamente sì. Mattarella sarà un presidente secondo me bravissimo. Sarà un presidente che non lascerà passare al Governo nulla che non sia corretto dal punto di vista della Costituzione, della prassi politica e soprattutto sarà l'unico vero argine a questa dilagante espansione del potere, della politica fine a se stessa e non come servizio alla comunità». Altri ricordi dell'allora giovane ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo De Mita? «L'altro giorno mi è venuto in mente un aneddoto che io sentivo sempre da mia nonna Caterina: gli esseri umani, diceva, si dividono in uomini di noce e in uomini pesca. Chi sono gli uomini noce? Sono quelli che hanno una scorza apparentemente dura, però poi hanno un cuore molto tenero, come le noci. Invece gli uomini pesca sono quelli che hanno un'apparenza docile, piacevole, come la pelle di pesca, ma poi dentro nascondono un nocciolo molto duro. Ecco: Mattarella è un uomo pesca. Dietro questa sua aria un po' sofferente - anche per le prove che ha passato, l'assassinio del fratello Presidente della Regione Siciliana, la recente scomparsa dell'amatissima moglie Marisa- c'è un uomo tutto d'un pezzo, coerente, deciso. Quindi ribadisco: sono convinto che Sergio Mattarella sarà un grande inquilino del Quirinale». Una candidatura quella di Mattarella lievitata naturalmente, fra decine di altri personaggi ben più sponsorizzati. «Una leggenda quirinalizia vuole che nel dicembre scorso, nella fase della decisione di Napolitano di dimettersi il 14 gennaio, la particolare valenza della candidatura di Sergio Mattarella sia stata sottolineata a Renzi proprio da Napolitano. Al che Renzi avrebbe obiettato che era sì un esponente politico valido, credibile e di grande esperienza, ma che riteneva fosse mediaticamente poco apprezzato. La secca replica di Giorgio Napolitano avrebbe però fulminato e convinto il Premier: "Ma anche io all'inizio ero poco apprezzato dalla stampa. Ma appena eletto - replicò Napolitano - le cose cambiarono immediatamente". E Sergio Mattarella, aggiungo io, è un personaggio schivo ma di enorme umanità». Il contesto politico rimane carraterizzato dal cosiddetto patto del Nazareno e dalle tensioni esplose all'interno di Fi e Ncd per la «tranvata» subita da Renzi che ha scelto autonomamente Mattarella, poi votato plebiscitariamente, sfidando la netta contrarietà di Berlusconi e quella rientrata in extremis di Alfano. «Renzi con il suo solito cinismo e la sua disinvoltura ha fregato Berlusconi alla grande. Lo dice tutta Forza Italia: è stato turlupinato da Renzi che ha deciso da solo e imposto l'elezione di Sergio Mattarella. Per cui adesso il centro destra sarà costretto a fare i conti, oltre che col Premier, anche con la propria crisi perché se il centro destra non si rimette insieme, non trova un "ubi consistam", non convince Berlusconi a mettersi in disparte e non trova un altro leader che però non vedo chi possa essere, rischia l'implosione». Che scenari si delineano fra i partiti... caduti dal Colle? «Non mi voglio avventurare in cose del tipo il nuovo leader del centro destra può essere Salvini, o tal altro, ma la situazione è al limite. O Fi e nuovo Centro Destra vanno avanti, assicurando la governabilità, oppure se tutto il giro di Berlusconi e la Lega di Salvini negheranno i voti a Renzi sulle riforme giuste da fare, il Senato, il job act, la legge elettorale soprattutto che è la cosa fondamentale, vuol dire che il Governo cadrà e andremo a votare non più con il mattarellum, come aveva scritto Giovanni Sartori, ma con il consultellum... quello che è rimasto del porcellum». Ma la tregua nel Pd reggerà? «Nessuno lo sa! Qui viviamo tempi in cui gli indovini non lavorano più. Perché è impossibile prevedere il futuro politico, anche un futuro a corta distanza di qualche settimana! L'Italia, come anche altri paesi dell'occidente, sta andando sul "day by day", naviga alla cieca, e sperando di non incontrare qualche iceberg che la faccia affondare. Questa é la verità. Noi dobbiamo guardare avanti, il passato è passato. Questo é un paese dove se noi riapriamo tanti armadi della vergogna - ce ne sono di tanti tipi - noi non ce la caviamo più. Dobbiamo guardare avanti verso il futuro. Penso che Sergio Mattarella sia per carattere, per esperienza, per età ma soprattutto per moralità politica, l'uomo giusto per guardare avanti».