ROMA. Riservato non rende l'idea. Sergio Mattarella, nei rapporti con la stampa, è quasi 'mutò. Negli archivi dell'ANSA non si trovano sue dichiarazioni negli ultimi 7 anni. La più recente, nel febbraio 2008, è solo occasionale. Un incontro fortuito con Romano Prodi, seguito da un gruppo di cronisti mentre era a passeggio al Pantheon con la moglie Flavia nei giorni della crisi del suo governo a corto di voti al Senato. Negli ultimi 10 anni, si contano appena 29 titoli con parole di Mattarella. Nulla a che vedere con la raffica di dichiarazioni dei suoi ex colleghi in Parlamento o di ex ministri. Interviene nel 2007 sulla vicenda del sequestro del giornalista Daniele Mastrogiacomo, più volte parla sulla legge elettorale, difendendo la sua riforma. Elogia, nel 2006, la politica estera del governo Prodi, auspica sempre nello stesso anno il voto unanime per la missione italiana in Libano. Posizioni frutto del periodo trascorso a palazzo Chigi da vicepresidente di Massimo D'Alema e poi coma ministro della Difesa. Certo, alla 'silenziosita« di Mattarella ha contribuito anche l'elezione a giudice costituzionale, arrivata con 572 voti il 5 ottobre del 2011: uno solo oltre il quorum richiesto allora, ma ampiamente sufficienti, sabato mattina, a salire al Colle al quarto scrutinio. Da allora ha parlato con le sentenze. Ma il 'silenziò verso l'esterno è certamente un tratto della personalità del candidato scelto da Renzi per la presidenza della Repubblica, 'uomo della politica con la P maiuscolà, e difensore della Costituzione, come l'ha definito il premier). Poche (o nulle) le presenze a convegni, nessun intervento sull'attualità politica, assoluta indifferenza verso la rivoluzione dei social network. A differenza di molti suoi ex colleghi che siedono in Parlamento, twittatori seriali, Mattarella è ignoto a Facebook, Twitter e Instagram, non compare su Youtube. Circola da qualche ora un nuovo profilo a nome di 'Seggiò Mattarella, naturalmente un fake. Stando alle premesse, nei prossimi 7 anni i giornalisti 'quirinalistì potrebbero trovarsi un altro mestiere. Ma, si sa, il Quirinale in passato ha fatto miracoli, ridando la parola ai 'silenziosì.