ROMA. «Sono al lavoro su alcune sentenze, business as usual». Queste le poche parole che Sergio Mattarella, nella veste di giudice costituzionale, ha detto ai suoi collaboratori in una giornata di attesa «serena» e, come al solito, «laboriosa». Pranzo alla Consulta nel suo ufficio al terzo piano, un occhio alla televisione, sul canale della Camera, per seguire gli scrutini che si sono svolti senza troppi brividi e qualche agenzia per controllare i movimenti delle forze politiche. Sono «sereno e laborioso», ha confermato a quanti lo hanno chiamato in una giornata nella quale non ha perso di vista la famiglia e gli affetti. Alla Corte costituzionale è passata infatti a trovarlo la nipote Maria, la figlia del fratello Piersanti assassinato dalla mafia a Palermo. I figli del fratello grande sono infatti, per Mattarella, come una seconda famiglia. Nonostante il riserbo e la tradizionale discrezione di Sergio Mattarella cresce di ora in ora l'attenzione su quello che già domani potrebbe essere il tredicesimo (contando il bis di Napolitano) presidente della Repubblica. In questo ore Mattarella si è blindato nel suo mini appartamento nella foresteria della Consulta. Un palazzo collocato in una piazzetta all'apparenza indifferente a quanto sta accadendo a Montecitorio e che fa cuneo tra i palazzi attorno al Quirinale, con il ristorante «a gestione familiare», l'hotel dal lusso antico, la scuola privata. Tutto come ogni giorno. Eppure i segnali che qualcosa si muove ci sono. Discreti, come del resto è l'uomo Sergio Mattarella, ma tutti sembrano andare nella stessa direzione: un trasloco, per l'ospite della foresteria della Consulta, è tutt'altro che un'ipotesi remota. Il giudice costituzionale potrebbe già nelle prossime ore cambiare l'itinerario della passeggiata, e stavolta lasciarsi alle spalle il portone della Corte per imboccare, dirimpetto, quello del Quirinale. Troupe e giornalisti sorvegliano il cancelletto della foresteria dall'alba, ma Mattarella l'abitudinario - ogni giorno alla stessa ora la passeggiata fino al lavoro - non si fa vedere: primo segnale. «Quando la lumachina ha addosso l'attenzione, si ritrae» sorride la titolare del ristorante in piazzetta di cui il giudice è anche cliente. Il viavai è sporadico, ma c'è: funzionari si alternano per quelli che sembrano sopralluoghi preliminari. Auto 'istituzionalì sostano a motore acceso, poi ripartono vuote. Volteggia un elicottero. Dal cancelletto delle foresterie entrano ed escono carabinieri in divisa e sembra che alla Consulta siano già pronti a organizzare la mattinata di domani, quando Mattarella potrebbe ricevere, lì dove svolge il suo ufficio, la comunicazione che potrebbe coronare la sua carriera tra seggio e toga. Nel quartiere - o per meglio dire nell'isolato - Mattarella è un pò che non si vede, pero. Si rincorrono le voci: 'non è piu quì, 'è uscito l'altra sera con un trolley'. Probabilmente da quando il premier Matteo Renzi lo ha ufficialmente investito della candidatura, il già schivo giudice siciliano ha scelto di tenere un profilo ancora più basso. Lavoro, studio, niente telecamere. Al bar sulla via della Consulta non lo vedono da sabato scorso. È quasi un rituale, per lui. Non prende mai il caffè ma uno spuntino da portar via: «All'ora di pranzo - spiegano i titolari - la pizza col prosciutto, il toast con il cotto e il formaggio, qualche cioccolatino. È sempre da solo, quando potrebbe avere una scorta». Una discrezione che piace: «Una bella persona, tranquilla». Cortese, parla del più e del meno, non sfoglia i giornali. «Diverso da Napolitano - aggiungono al bar - lui appariva più stanco». Domani è sabato, ma non si aspettano di rivederlo. Anche la collaboratrice della scuola che sollecita tutte le mattine i ragazzi a entrare in classe non l'ha visto. Mattarella abita qui da circa due anni. Si è trasferito da quando è rimasto vedovo. Non ha forse avuto il tempo, come Napolitano nel rione Monti, di costruire un rapporto d'adozione con quest'angolo di città. Ma l'attesa c'è: «Lo rivedrete solo con i corazzieri» afferma un avventore del bar.