ROMA. Sergio Mattarella, innanzitutto, e poi Giuliano Amato e Anna Finocchiaro, e ancora, se su questi dovessero prevalere i veti incrociati, gli ex segretari del Pd-Ds, Walter Veltroni e Piero Fassino. Girandola di incontri ieri, prima che oggi si apra ufficialmente alle 15 la partita del Quirinale, anche se la giornata decisiva sarà sabato, quando dalla quarta votazione servirà solo la maggioranza assoluta dell'Assemblea, tanto che oggi e domani Pd, FI e centristi sono decisi a votare scheda bianca.
Ieri mattina, Matteo Renzi ha riunito i parlamentari del Pd, assicurando che il candidato sarà scelto dentro il partito e solo dopo proposto alle altre forze politiche; poi il premier ha incontrato Silvio Berlusconi e di seguito il leader principale della minoranza del Pd, Pier Luigi Bersani. Nel pomeriggio, è stato il Cavaliere a riunire i suoi parlamentari e ad annunciare un nuovo incontro con Renzi per oggi, dopo aver spiegato che «il candidato ancora non c'è» ma che su alcune figure «troppo radicate a sinistra, abbiamo detto no ed è stato accettato».
Il pressing su Mattarella. È stata la giornata dei bluff e dei bracci di ferro, con il premier che ieri avrebbe provato a convincere Berlusconi su Mattarella, il palermitano ex Dc e attuale giudice della Consulta, che piace alla minoranza del Pd ma su cui il Cavaliere è perplesso, a causa della comune origine culturale di Mattarella (sinistra cattolica) con Oscar Luigi Scalfaro, il presidente che Berlusconi considera la sua bestia nera degli anni '90. Vi sarebbe invece una saldatura tra il Cavaliere e i bersaniani-dalemiani su Giuliano Amato considerato in grado, una volta al Quirinale, di tenere testa a Renzi. Sarebbe però il premier a porre un veto, considerando anche la scarsa popolarità di Amato presso l'opinione pubblica.
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