ROMA. Primi voti e, scontata, prima fumata nera. Il Parlamento a Camere unite per l'elezione del nuovo Capo dello Stato riflette nelle urne quanto deciso dai grandi partiti e alla fine dello spoglio si conteggiano 538 schede bianche. Centoventitre in meno della somma algebrica di quelle annunciate da Pd (444), Fi (142) e Ncd (75), ma che non possono essere considerate un campanello d'allarme di possibili futuri franchi tiratori.
Lo spoglio registra infatti 5 preferenze per Mattarella e 8 per il senatore Dem Massimo Caleo a cui i suoi colleghi hanno voluto dedicare un messaggio di vicinanza. Resterebbero da analizzare i 'messaggì contenuti nei restanti 110 voti mancanti che però, a detta di tutti, lascerebbero la bottiglia vuota. Anche e nonostante i 9 voti per Prodi (non tutti, però, di provenienza Pd), i 5 di Bersani e i due di Finocchiaro. E alla luce, soprattutto, dei tanti voti che, storicamente al primo scrutinio, danno libero sfogo alla fantasia dei grandi elettori divisi tra chi insegue conte nel partito e regalare agli annali parlamentari il nome di un suo beniamino sportivo e della tv.
In tema di conte esce con il sorriso M5S che fa il pieno attorno al nome di Imposimato registrando 120 preferenze sui suoi 123 elettori. Bene, anzi meglio, è anche andata a Sel che con Luciana Castellina trova alla fine 5 voti in più rispetto ai 32 su cui inizialmente era stata posta l'asticella. E tra i parlamentari di Vendola c'è anche chi sussurra che lo 'sconosciutò Mauro Morelli - al centro di un 'casò che ha scatenato la rete nella ricerca della sua vera identità - altri non sia che un consigliere Sel alla quinta municipalità di
Napoli che sarebbe da poco diventato padre. «Altri voti nostri...», scherza un parlamentare.
A Vittorio Feltri, promosso da Lega-FdI, sono andati 49 voti, uno di più rispetto alla capacità di fuoco del nuovo cartello, mentre totalizza 23 preferenze su 32 possibili degli ex M5S, Stefano Rodotà. Mini-conte interne tra i partiti anche per i Popolari per l'Italia e alcuni parlamentari vicini a Mario Mauro che hanno segnato 14 schede con il nome di Gabriele Albertini. A Emma Bonino, infine, la dedica dei socialisti di Riccardo Nencini che la votano 25 volte. Pallottoliere politico a parte, nel primo scrutinio si registra un notevole sforzo di fantasia dei grandi elettori uno dei quali, probabilmente lo stesso del 2013, lascia ancora l'impronta della sua 'zingarata' facendo uscire il Conte Mascetti (scelto due anni fa) per far posto al Professor Sassaroli. Non ride delle burle, però, Giancarlo Magalli che può dire addio ai suoi «sogni» quirinalizi. Nonostante l'incoronazione della consultazione de Il Fatto, il conduttore incassa il più classici dei flop chiudendo con solo due voti. Vola invece il giornalista e conduttore di 'Un giorno da Pecora', Claudio Sabelli Fioretti che incassa undici voti, tre in più di quelli del 2013. Grazie ai voti-passatempo, infine, nei resoconti parlamentari figureranno da oggi in poi anche Ezio Greggio (2 voti), Sabrina Ferilli (2), Giletti (1) Paolo Mieli, Giuliano Ferrara. Alla casella 'stampà sono da assegnare i voti per Antonello Zitelli (giornalista di Tg8 Retesiciliacolor) che incassa una probabile dedica di due grandi elettori siciliani. Dediche calcistiche a Francesco Totti e Gigi Riva. Il primo però non verrà registrato in quanto privo del requisito anagrafico.
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