Venerdì 27 Dicembre 2024

M5s in piazza con attori e cantanti e Grillo dice no alle consultazioni per il Colle

ROMA. Largo del Nazareno e Piazza del Popolo, sulla mappa di Roma, sono solo a poche centinaia di metri in linea d'aria. Ma stasera tra l'ufficio del segretario del Pd Matteo Renzi, pronto alle consultazioni per il nuovo Capo dello Stato, e il palco del M5s, riunito per la «Notte dell'Onesta», la distanza sembra essere incolmabile. E il no alla vicenda giudiziaria di Mafia Capitale, che ha ispirato l'evento, si fonde inestricabilmente al no politico al presidente del Consiglio. Deve essere la gente, attraverso la rete, a giudicare il nome del prossimo inquilino del Quirinale, che deve essere eletto ad ampia maggioranza, è la posizione, senza appello, dei pentastellati. Il là lo dà il leader Beppe Grillo al suo arrivo in piazza, ma è Alessandro Di Battista che infiamma la piazza dal palco con il suo «fuori i nomi» all'indirizzo del presidente del Consiglio.  «Il Nazareno? - ha detto l'ex comico arrivando a Piazza del Popolo - Io non so neanche cosa sia...». È proprio lui a definire il salto di senso tra l'onestà giudiziaria e quella politica: «Per me - ha aggiunto - l'onestà è quella intellettuale, non quella di chi ruba, o non ruba perchè si stanca di rubare. È parlare con persone leali. È la politica aperta: noi siamo questo». Quando arriva Grillo la piazza è già piena, ci sono migliaia di persone. Migliaia che più tardi leggeranno in coro dal maxischermo la lettera che Di Battista idealmente consegna a Matteo Renzi, che denuncia «il partito unico, il suo con Berlusconi. Con tutto il rispetto - aggiunge il parlamentare - c'è andato Berlusconi, noi al Nazareno non ci andiamo». E il popolo a cinque stelle approva, agita le bandiere e gli striscioni. Grida a più riprese «onestà, onesta» e «fuori la mafia dallo Stato».  L'evento di Piazza del Popolo è iniziato puntuale alle 16:30. Ci sono Paola Taverna, Carlo Sibilia e tanti altri portavoce del M5s. Apre Enrico Montesano con un invito allo sciopero fiscale e un sonetto salace sul «mondo di mezzo», quello dove secondo la Procura di Roma spadroneggiava Massimo Carminati. E sono le intercettazioni dell'inchiesta che diventano dialoghi di sceneggiatura nelle voci degli attori Claudio Santamaria e Claudio Gioè. Roberta Lombardi cita direttamente il Libanese, boss di Romanzo Criminale: «Roma se la ripijamo», giura, mentre il capogruppo in Campidoglio si scaglia contro il sindaco Ignazio Marino. Il nobel Dario Fo, tra ironia e amarezza, parla in un videomessaggio di «italiani, popolo di ladri, di furfanti moderati». Sabina Guzzanti mette il carico: «Gli italiani siamo noi che potrebbero cambiare e non cambiano, non siamo consapevoli che i più forti siamo noi». Salvatore Borsellino chiama alla «resistenza», mentre la toga Ferdinando Imposimato ringrazia Grillo e il Movimento, «unico contro la corruzione». E sarà Grillo, con i consueti toni corrosivi, a ribadire il concetto tra gli applausi della piazza. Si chiude con tutti sul palco, al suono dell'inno del M5s di Fedez. «La più grande organizzazione terroristica è italiana, è la mafia - aveva detto il rapper dal palco - Il più grande nemico dell'Italia sono gli italiani».

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