Lunedì 23 Dicembre 2024

Giorni chiave per il Quirinale, sembra più forte l'asse Renzi-Berlusconi

18 gennaio: Renzi incontra Berlusconi nella sede del Pd e sigla il "Patto del Nazareno"

ROMA. Mediazione e dialogo con un punto fermo, ancora più chiaro dopo il caos sull'Italicum al Senato: senza FI è quasi impossibile che il Pd di Matteo Renzi riesca a eleggere il presidente della Repubblica. Silvio Berlusconi si appresta a vivere i giorni chiave per la partita del Quirinale con rinnovata serenità dopo aver visto, nero su bianco, che i voti dei 'suoi' parlamentari sono stati necessari per far avanzare la legge elettorale. Non ci sono, ancora, incontri ufficiali in programma con l'ex premier ma restano fitti i contatti con Angelino Alfano, con il quale, ormai, l'asse sembra consolidato. Intanto Alfano ieri sera si è incontrato con Renzi a palazzo Chigi. Un'intesa che, al di là dei nomi, sembra anche orientata su un "liberale vero" su una personalità di forte caratura, anche internazionale, da eleggere come successore di Giorgio Napolitano. E' proprio su quella base, si racconta negli ambienti azzurri, che nella riunione con i suoi parlamentari Berlusconi aveva fatto il nome di Antonio Martino riscuotendo, riferiscono, anche l'applauso della platea. Martino, anche oggi, ha negato ogni coinvolgimento spiegando che, anche se fosse eletto, si dimetterebbe subito. Ma il nome dell'ex ministro è servito, un po' come quello di Giuliano Amato per lanciare un amo nell'attesa delle prossime mosse dell'altro contraente del Patto del Nazareno, Matteo Renzi. Anche per questo neppure il nuovo incontro tra Berlusconi e il premier, previsto per martedì, sembra confermato mentre si rafforza l'asse con l'area centriste di Alfano, che oggi ha dato vita ad una consultazione permanente con vista Colle non escludendo un placet anche ad un candidato che venga dal Pd. E dalla riunione odierna dei centristi è arrivata anche un'ipotesi 'di metodo' che sembra riscuotere consensi anche ad Arcore: votare scheda bianca alle prime tre votazione. Anche perché, è il ragionamento che fanno oggi ad Arcore, con l'assemblea dei Grandi elettori Pd convocata per giovedì mattina, a ridosso della convocazione, è difficile che si arrivi alla prima votazione con qualche nome su cui puntare tutto. Nel frattempo, Berlusconi fa la conta degli azzurri a lui fedeli, convinto che, alla fine, i 'fittiani' siano meno di quanto si pensava. Certo la tensione tra l'ex capo del governo e Raffaele Fitto resta (la conferenza stampa di ieri non ha senso, avrebbe sbottato Berlusconi) ma, secondo l'ex Cavaliere non è paragonabile a quella emersa di un Pd il cui aumentare delle divisioni è direttamente proporzionale alla centralità di FI. Certo, la prossima settimana potrebbe succedere di tutto, e la fronda azzurra è pronta a battere nuovamente un colpo. In chiave anti-Nazareno.

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