PALERMO. I sindacati sono pronti a scendere in piazza ma anche nella maggioranza è rivolta contro la Finanziaria che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sta scrivendo in questi giorni in vista dell’approvazione di aprile.
Sotto accusa soprattutto la norma che taglia subito del 20% gli stipendi dei sindaci. Ed è un alleato di peso, Lino Leanza di Sicilia democratica, a rompere la tregua: «I tagli agli amministratori non hanno senso. Una cosa è ridurre il numero di assessori e consigliari, ben altra cosa è tagliare loro gli stipendi. È una norma che darebbe un risparmio minimo e molti problemi». Leanza manda anche un segnale a Baccei: «In questa fase sta mancando una regia, gli assessori si muovono senza condividere le loro iniziative. L’assessore all’Economia ci convochi per avviare un confronto su tutti i punti della Finanziaria».
Contro la norma che taglia lo stipendio a sindaci, assessori consiglieri comunali si era già schierato il Pdr di Totò Cardinale. E perfino il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (Udc) è entrato nel dibattito annunciando la sua contrarietà.
I sindacati protestano invece contro le norme che tagliano le pensioni, bloccano i rinnovi contrattuali e riducono straordinari e premi di rendimento. I Cobas e il Sadirs hanno annunciato due giorni di sciopero (data da individuare).
E anche Cgil, Cisl e Uil mostrano malessere. Per Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone «a meno di cento giorni dal 30 aprile, termine ultimo per l'approvazione della Finanziaria, a Palazzo d'Orleans giungono notizie frammentarie e sempre a mezzo stampa dalle quali sembra emergere peraltro che la legge di stabilità non possiede quel respiro programmatico di cui la Sicilia ha bisogno». Per i sindacati confederali «il confronto con le parti sociali non può più essere rinviato».
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