La legge elettorale fa passi avanti al Senato grazie ai voti di Forza Italia. È questo il senso della giornata di ieri che ha visto l’aula respingere due emendamenti presentati da Miguel Gotor, considerato un fedelissimo di Bersani. «In questo momento l’opposizione più forte a Renzi è rappresentata dalla minoranza del Pd e da Angela Merkel», dice sorridendo Maurizio Belpietro, direttore di Libero. Ma il capo dell’opposizione non doveva essere Berlusconi? «Berlusconi sta tenendo fede all’impegno che ha preso con Renzi, che è quello di fare insieme le riforme istituzionali e la legge elettorale. Si tratta cioè di scrivere le regole del gioco che devono valere per tutti. Sia oggi che al governo c’è il centro-sinistra, sia domani se dovesse toccare al centro-destra». Il gioco si sta facendo duro, però, come dimostra la concitata seduta di ieri al Senato. Qual è la posta in palio? «La governabilità del Paese. Abbiamo visto che la Seconda Repubblica ha faticato a funzionare perché il bipolarismo non ha dato i frutti sperati. Si è visto che i partiti minori delle due coalizioni hanno passato più tempo a cercare visibilità che a governare. Bertinotti che, anziché un alleato, è stato la spina nel fianco di Prodi. Fini che addirittura ha presentato una mozione di sfiducia contro Berlusconi. Non a caso solo una volta c’è stato un capo del governo rimasto in sella per tutta la legislatura». Il Cavaliere dal 2001 al 2006... «Proprio così. Tutte le altre volte c’è stato il cambio della guardia. Fino all’estremo degli ultimi tre presidenti del consiglio nominati senza mai essere stati eletti. Addirittura Renzi non è nemmeno parlamentare e Monti lo è diventato alla vigilia della nomina». L'INTERVISTA INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA