ROMA. Sono stati 71 i senatori del Pd che hanno votato sì alla proposta del segretario Matteo Renzi di approvare l'Italicum: sì è astenuto solo Lodovico Sonego. Gli esponenti della minoranza non hanno partecipato al voto, mentre Vannino Chiti ha lasciato la sala. Qui, all'inizio dell'Assemblea erano presenti 102 senatori, mentre al momento in cui si è votato erano in 90.
"Penso che sia legittimo dare battaglia in base alle proprie convinzioni, anche io l'ho fatto quando ero in minoranza. Ma ora l'assemblea del gruppo a maggioranza si è espressa a favore dell'Italicum e io spero che in aula la minoranza si adegui". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi dopo la riunione di Renzi con i senatori. "I numeri ci sono, andiamo tranquilli in aula. L'importante ora è avere rapidamente, dopo 8 anni di attesa una buona legge elettorale", ha detto ancora giornalisti che gli chiedevano se l'Italicum avesse i numeri per essere approvato nonostante i 29 senatori del Pd che non lo voteranno.
"Con l'Italicum preferenze e singoli candidati di collegio. Spariscono le liste bloccate. Ballottaggio è garanzia anti-inciucio". Lo scrive il presidente del Consiglio Matteo Renzi su Twitter e accompagna il messaggio con l'hashtag #lavoltabuona."Nella nostra proposta" il premio di maggioranza della legge elettorale va "alla lista", spiega Renzi. "Così - aggiunge - sparisce il potere di veto dei partiti più piccoli. Noi vogliamo evitare le liste bloccate", ribadisce Renzi, che difende l'impianto dell'Italicum: "Candidato di collegio ovunque e massimo due preferenze (donna e uomo). Ballottaggi ok".
"Se ci fosse stata questa legge elettorale Bersani sarebbe andato al ballottaggio e sarebbe diventato presidente del consiglio", ha detto il premier rivolto alla minoranza Dem per dimostrare la validità dell'Italicum.
"Oggi al Senato è un giorno cruciale. Uniamoci per votare sì alle preferenze e contro le liste bloccate". Lo scrive su Twitter il deputato del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli, che era tra i componenti della delegazione M5S al tavolo della trattativa con il Pd sulla legge elettorale.
"Noi abbiamo fatto la nostra proposta, Forza Italia farà in queste ore le sue valutazioni". Risponde così Guerini a chi gli chiede quale sia stata la posizione di Berlusconi sulla proposta Pd: "No liste bloccate, sì al meccanismo capilista-preferenze e premio alla lista".
E' durato circa un'ora l'incontro tra il premier Matteo Renzi e il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è giunto in auto a Palazzo Chigi intorno alle 10.45 per l'incontro in programma con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il sesto faccia a faccia tra i due, si è svolto a poche ore dall'inizio delle votazioni in Aula della legge elettorale e a nove giorni dal voto per il Colle. Con Berlusconi sono arrivati a palazzo Chigi Denis Verdini e Gianni Letta, già presenti ai precedenti faccia a faccia tra il leader di FI e il premier.
Il Cavaliere vede il presidente del Consiglio per discutere non solo di Quirinale ma anche di riforme alla vigilia delle votazioni in Senato sull'Italicum. La rosa dei nomi che circola è sempre quella, ma tra le candidature gradite all'ex capo del governo e ai centristi ci sarebbero quelle di Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Parallelamente però, l'ex capo del governo ha bisogno di ricompattare il suo partito. Dopo l'incontro con il capo del governo, Berlusconi ha in programma una riunione con i senatori (manca però la convocazione ufficiale) mentre domani alle 16 vedrà i deputati. In agenda poi il comitato di presidenza del partito. La situazione però dentro Fi è tutt'altro che risolta perchè se è vero che con Brunetta è tornato il sereno, Berlusconi deve fare i conti con i frondisti guidati da Raffaele Fitto. L'eurodeputato domani sarà nella Capitale ed al massimo mercoledì incontrerà di nuovo il Cavaliere per tentare di trovare un accordo che consenta agli azzurri di presentarsi compatti alle votazioni per il Colle. Parallelamente alla partita sulla presidenza della Repubblica però c'è anche quella sulle Riforme. A palazzo Madama riprende il cammino dell'Italicum, mentre alla Camera il voto sull'articolo 1 del testo delle Riforme fotografa un partito comunque tutt'altro che unito: 13 i voti contrari, 24 quelli a favore e 28 i deputati azzurri assenti.
Guerini, con Berlusconi non si è parlato di Quirinale - "Non si è assolutamente parlato di Quirinale". Così il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini nega che nell'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si sia affrontato del tema del futuro presidente della Repubblica.
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