ROMA. «Io sto con quelli che la notte di San Silvestro sono andati a lavorare. La Cgil, fin dall'inizio, ha detto: ci sono le regole, si applichino. Non è vero che nel pubblico impiego non si può licenziare. Ciò non toglie che lo sciopero dei vigili contro il sindaco e contro il comandante del corpo sia sacrosanto». A dirlo la leader del Cgil, Susanna Camusso, in un'intervista al Corriere della Sera in cui torna ad attaccare il Jobs Act. Dopo lo sciopero del 12 dicembre «sapevamo che Renzi avrebbe tirato dritto, ma l'azione di contrasto non finisce qui. Si apre una stagione che vedrà la Cgil, insieme alla Uil e se possibile anche con la Cisl, impegnata su tutti i fronti», annuncia Camusso. «I decreti legislativi sono pieni di norme che producono diseguaglianze che si prestano ad essere messe in discussione dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea di giustizia». Una critica va anche alla delega fiscale. «Il fatto che Renzi abbia ammesso che la manina è sua e che allo stesso tempo abbia sospeso l'approvazione del decreto fino a dopo le elezioni per il Quirinale fa pensare che esso possa essere usato come un' arma di pressione», osserva Camusso. «Ci saremmo aspettati invece la massima trasparenza. Tanto più che i contenuti sono pessimi, non per presunti accordi, ma perchè prospettano un allentamento della lotta all'evasione». Per Camusso il premier Renzi fa bene a cercare un accordo con Berlusconi sul Quirinale: «Su questa carica, come sulle riforme istituzionali, si deve cercare il massimo consenso con tutti gli attori politici».