
«Mi hanno rubato anche l’espressione fannulloni: ora la utilizzano anche al governo gli stessi che ai tempi della riforma del 2008 mi ridevano dietro». Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è un fiume in piena. Le polemiche scoppiate a proposito dei vigili urbani di Roma hanno riproposto l’attualità delle leggi che aveva fatto approvare sei anni fa.
Sarà contento di questa rivalutazione. Gli stessi che sei anni fa ebbero parole molto dure nei suoi confronti ora sono costretti a ricredersi. Che cosa ne pensa?
«Mi aspetterei un po’ di onestà intellettuale. Il riconoscimento che le leggi, una volta approvate, sono di tutti. Sono un patrimonio del Paese. Non hanno colore, valgono per il popolo italiano in quanto tale. Basta poco. Basta volerle applicare. Sarebbe sufficiente dire (e per una volta anche fare, almeno una volta agire!): ehi, ragazzi, abbiamo qui il tesoretto di queste leggi, non perdiamo tempo a sfornare nuove inutili scartoffie e funambolismi legislativi, per poi trovare compromessi con l'ala cigiellina del Partito democratico e l'ostruzionismo che le renderebbe carta straccia».
Ma Renzi dice che non bastano, che servono interventi più incisivi. E allora?
«Nascondersi dietro il disegno di legge Madia è ridicolo. Le regole per combattere fannulloni e assenteisti ci sono già e portano il mio nome. Vanno applicate subito, senza scuse, e vanno stigmatizzati certi comportamenti sempre, non solo quando c’è il caso mediatico. È stata la sinistra, è stata la Cgil a combatterle. Sono stati i governi Monti, Letta, e anche il governo Renzi, da oltre 10 mesi, a non applicare queste regole».
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1 Commento
francesco
11/01/2015 11:46
Il Prof. Brunetta certamente non l'amo, devoto com'è a San Silvio, però su questo argomento non posso che condividerlo. Se ricordo bene le prime statistiche dopo l'entrata in vigore della sua legge hanno registrato una caduta verticale dell'assenteismo. Allora perché non continuare ad applicarla? Oggi siamo arrivati all'assurdo, il posto di lavoro non deve più salvaguardarselo il dipendente pubblico ma deve salvaguardarglielo il suo datore di lavoro. Che senso ha? E il Sindacato che fa? In linea di massima lo difende comunque a spada tratta e non gli tira manco le orecchie. Per essere ladri non bisogna per forza impadronirsi di una cosa d'altri ma è ladro ugualmente chi non fa il suo dovere per cui è pagato.