ROMA. «Quella norma è agghiacciante. Sono colpito e preoccupato. Per il deficit di autonomia e la marginalità che il ministero dell'Economia ha dimostrato in questo passaggio, visto che si trattava di un tema di stretta competenza del ministro. E per la disinvoltura di Renzi». Lo afferma Stefano Fassina, ex viceministro dell'Economia, in un'intervista a un quotidiano. «Renzi prima ha forzato la mano sull'Economia, introducendo una norma che il ministro non condivideva. E poi, di fronte alla reazione della stampa e dell'opinione pubblica, ha fatto una retromarcia imbarazzante. Su un tema, fra l'altro, molto delicato come la depenalizzazione della frode fiscale», osserva Fassina. Per il deputato della minoranza Pd «non esiste che il ministro e il ministero si facciano infilare una norma del genere durante il consiglio dei Ministri. Non è un dettaglio, quindi ci sono due possibilità: il ministro era d'accordo, oppure non se n'è accorto. E non so se questa seconda ipotesi sia migliore. L'unico modo - dice - per cui si può inserire una norma del genere senza che se ne accorga il ministro è che il Dipartimento degli affari giuridici di Palazzo Chigi lo inserisca nel testo a consiglio dei ministri concluso». Sul Colle, «il nuovo Presidente va scelto con la più ampia convergenza possibile, Forza Italia compresa», dichiara Fassina, ma «questa situazione complica il quadro». Il comma che esclude la punibilità se l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% dell'imponibile «non ha senso», ma il decreto introduce «una depenalizzazione di tutto, cominciando dall'elusione, in contrasto logico col fatto che in sede Ocse e G20 ci battiamo contro le multinazionali che operano in questo modo». A dirlo l'ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco in un'intervista al Corriere della Sera. «Chi fa fatture false per mille euro non è punibile. Ma se una fattura è falsa è falsa, non c'è da mettere limiti. Uno può fare una cartiera che produce fatture false per cento, mille contribuenti e non viene punito? È inquietante», rileva Visco. Inoltre «tutte le frodi colpite negli ultimi anni nelle quali sono stati usati strumenti derivati dalle banche d'affari vengono depenalizzate». Visco critica anche il passaggio della soglia di punibilità da 50mila a 150mila euro. «Questo vuol dire che l'evasore fino a 3-400 mila euro di materia imponibile non è punibile penalmente: forse è troppo», osserva. «E poi non è più reato l'imputazione di costi non inerenti all'attività d'impresa, cioè ad esempio quando si portano in deduzione costi di consumi che sono del contribuente o dei suoi familiari. Non è più reato - prosegue - neanche l'omessa dichiarazione del sostituto d'impresa, questa deve essere stata una dimenticanza».