ROMA. Ora che il grande gioco sulla nomina del successore di Giorgio Napolitano è nei fatti partito, SilvioBerlusconi deve fare i conti soprattutto col fronte interno e verificare la tenuta di Forza Italia. Specie dopo lo scatto in avanti di Angelino Alfano, che propone - sembra d'accordo con i centristi di Casini - un metodo di lavoro e chiede ai partiti riuniti a Bruxelles sotto la bandiera del Ppe di «consultarsi per cercare una via comune». Idea che piace a molti esponenti azzurri e verso la quale non sembra chiudere neanche il Cavaliere che però mantiene come stella polare il patto del Nazareno. Tanto da voler al più presto rivedere Matteo Renzi, forse subito dopo l'Epifania, per dare una ulteriore e definitiva messa a punto all'intesa.
In questo quadro, l'ex premier ritiene di vitale importanza la compattezza di Forza Italia perchè - è il suo ragionamento - si conta con i numeri, in caso contrario si rischia di fare «gli utili idioti» di giochi altrui. L'ex premier il Capodanno lo ha passato ad Arcore e tante sono state le telefonate di auguri ai coordinatori regionali di FI, ai membri del partito e anche ai 'vecchì alleati di Ncd. Berlusconi, a quanto si apprende, ieri pomeriggio si è poi intrattenuto anche in una «lunga» telefonata con il suo amico Vladimir Putin. Una chiacchierata, quella tra il leader di FI e il presidente russo, che è stata anche l'occasione per uno scambio di opinioni sulla crisi ucraina, sulla situazione politica russa e su quella italiana. Che entra ora in una fase delicatissima. L'ex Cavaliere vede nell'accordo siglato con Matteo Renzi il filo d'Arianna per affrontare le molte insidie di un Parlamento diviso. Se, come d'altra parte ha sempre dichiarato, il sigillo del patto del Nazareno sta nel poter esprimere un candidato «di gradimento» al colle più alto, la priorità rimane anche la clausola di salvaguardia dell'Italicum. Ecco perchè nella strategia di Berlusconi - che tornerà a Roma il 7 gennaio - c'è un incontro in tempi brevi con il presidente del Consiglio. In Forza Italia il metodo proposto da Alfano ha comunque trovato diversi consensi. Per Altero Matteoli si trattano di parole di «buonsenso» e possono rappresentare un «buon viatico» per sedere al tavolo del 'grande giocò quirinalizio. Possibilista è pure Mariastella Gelmini, la quale auspica che «l'elezione del Capo dello Stato sia occasione per riannodare il dialogo tra le forze del Ppe».
Insomma, lo spettro per Berlusconi è che l'apertura di Alfano - manovra tesa a evitare la marginalizzazione dei centristi nel 'grande giocò - possa fare breccia tra i frondisti di Forza Italia. E magari mostrarsi solo quando a parlare saranno i voti espressi a scrutinio segreto nell'aula di Montecitorio. La missione ora è quindi chiudere una volta per tutte il patto del Nazareno: E nelle previsioni di Berlusconi - si racconta in ambienti parlamentari di Fi - la maggioranza che porterà al Quirinale il futuro Capo dello Stato sarà anche quella che si caricherà sulle spalle il peso della legislatura fino alla sua conclusione.
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