ROMA. Quando sarà il momento, si parlerà del successore di Napolitano. Il Nazareno è stato siglato un anno fa, quando le dimissioni non erano in agenda, e «questo è il motivo per cui non c'è nessun patto preventivo tra Pd e Fi». Intervistato dal Messaggero, Renzi torna sui rapporti con Berlusconi e sull'elezione al Colle, e riflette che «oggi chi fa nomi li vuole solo bruciare». «Ovviamente - aggiunge Renzi nell'intervista, che apre anche il Gazzettino - io auspico che nella maggioranza ampia che dovrà eleggere il nuovo garante dell' unità nazionale ci siano più partiti possibili». «Berlusconi - sottolinea il premier - è stato decisivo nel votare convintamente nel 1999 Ciampi e nel 2013 Napolitano: non vedo alcun motivo per cui dovrebbe star fuori stavolta». «Al momento opportuno - fa sapere il premier - ci incontreremo. Come faremo anche con i 5 Stelle, che spero non rimangano anche stavolta alla finestra». Il premier interviene invece sull'inchiesta "mafia capitale": Roma non è la mafia e non va lasciata a chi ruba. «Roma deve ripartire», perchè «dire che sono tutti colpevoli fa il gioco dei criminali». Il premier Renzi sprona il Campidoglio: «sono comprensibilmente scossi per quanto è accaduto - afferma - ma mi verrebbe da dir loro in romanesco: ahò, dateve 'na mossa, non state fermi là». I magistrati parlino con indagini e sentenze. Nell'intervista, che è in apertura di prima pagina anche del Gazzettino, Matteo Renzi ricorda che «i giudici devono fare le sentenze, ma le leggi le fa il Parlamento» e assicura «durezza senza fine» su Mafia Capitale, «perchè chi lucra sui poveracci mi fa schifo». Tuttavia, «Roma - insiste il premier - non è corruzione. Roma è meno che mai la mafia», «io non accetto che si mettano tutti sullo stesso piano». «Marino - aggiunge - deve fare il sindaco e pensare ai problemi concreti». Dal Messaggero, Renzi replica alle dure critiche di ieri dall'Anm sulla lotta alla corruzione: «gli strumenti per combatterla ci sono e sono stati aumentati, siamo il governo che ha messo Cantone all' Anticorruzione, e che vuole ripristinare il falso in bilancio».