ROMA. Silvio Berlusconi trascorre un pomeriggio in riunione con Gianni Letta e Denis Verdini, gli uomini della trattativa con il Pd ed è proprio agli emissari Dem che l'ex premier manda un messaggio ben chiaro: il patto del Nazareno va avanti e non c'è nessuna intenzione di rompere nonostante tutto il giorno sia all'insegna delle fibrillazioni in commissione al Senato proprio sull'Italicum. Un ragionamento che il Cavaliere ripete anche ai deputati riuniti a cena per lo scambio di auguri di Natale: l'accordo va rispettato - dice - perchè prevede anche un capo dello Stato di nostro gradimento. Non è la prima volta che il Cavaliere mette in chiaro le sue priorità, ma questa volta va oltre ed infatti nel giro di tavoli con i vari deputati l'ex capo del governo amplia il suo ragionamento: Renzi - dice - non ha carte coperte ma quello che è io gli ho fatto sapere è che il prossimo presidente della Repubblica non può essere un tecnico. Questo Parlamento non lo eleggerebbe. La partita però è solo all'inizio, e come prima cosa Berlusconi ha bisogno di avere un partito unito: ed è proprio questo il richiamo fatto agli azzurri. Solo uniti e compatti possiamo opporci a provvedimenti ostili, è il suo messaggio: rivolto in particolare ai frondisti, uno su tutti Raffaele Fitto. È con lui infatti che il Cavaliere sarà costretto prima o poi a fare i conti. Ed è proprio all'eurodeputato azzurro che Berlusconi invia un segnale chiaro: «Quando tornerò in campo torneranno anche tutti gli elettori». Il pensiero corre a febbraio, quando terminerà di scontare la pena, con la convinzione che nel frattempo sia arrivata anche da Strasburgo la tanto attesa buona notizia sull'annullamento della sentenza Mediaset: nel pieno della mia agibilità - ha ribadito - non ce ne sarà più per nessuno. Ma mettere le cose a tacere dentro Fi non è semplice, anche se il Cavaliere è convinto che lo stesso Renzi non sia messo bene: È vero - ha spiegato - sta cercando di aumentare le sue truppe ma il Pd è destinato a dividersi. Molti di loro, quelli a sinistra, si sentono scippati del loro partito. Ed è per questo che Forza Italia deve restare unita facendo contare i suoi numeri nella partita per il prossimo inquilino del Quirinale. Nel corso della cena non sono mancate barzellette oltre al racconto di episodi accaduti nel corso dei servizi sociali a Cesano Boscone. Il Cavaliere ci ha tenuto poi a ribadire che i sui governi sono quelli «più credibili» visto che - racconta - «siamo stati gli unici a fare 36 riforme. E Siamo credibili perchè facciamo le cose che promettiamo».