ROMA. Grazie al Pd è «sparito dallo scenario politico colui che dettava l'agenda un anno fa, Beppe Grillo. Grazie al nostro risultato abbiamo restituito il suo talento alla comicità: andrà in tour, in bocca al lupo». Così Matteo Renzi all'assemblea Pd: «Anche i Forconi oggi potrebbero andare solo a Chi l'ha visto». «Voi siete qui non per discutere tra una corrente e l'altra. Siete qui per cambiare l'Italia».
«Il Pd non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza ma sia chiaro che non starà fermo per i diktat della minoranza. Abbiamo il dovere di corrispondere all'impegno preso con gli italiani e non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico».
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«Il Pd non è il partito della nazione perchè immagina chissà quali strane mutazioni genetiche, ma perchè avere quei colori vuol dire che il Pd non si accontenta di vedere i sogni dell'Italia stuprati da anni di mal governo».
«Noto un certo richiamo all'Ulivo molto suggestivo e nostalgico, ricordo cosa diceva l'Ulivo sul bicameralismo, quello che non ricordo è come si possa aver perso 20 anni di tempo senza aver realizzato le promesse delle campagne elettorali».
«Il cantiere è il luogo che attrae di più i cittadini, specie quelli che non hanno molto da fare e stanno lì a mugugnare. Il Pd non si metta a osservare i cantieri: li faccia. Noi siamo quelli che cambiano l'Italia, non quelli che stanno a mugugnare su quelli che cambiano l'Italia».
«Chi è disonesto non può camminare con il Pd, dobbiamo essere molto duri anche al nostro interno. Chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma chi sta nel Pd deve avere onestà come punto fondamentale».
«Io credo che la corruzione non si combatta con le leggi, combatterla è una sfida culturale ed educativa. Credo che la sfida contro la corruzione sia una sfida nel cuore e nel cervello di ciascuno di noi. Ma» con l'intervento sulla giustizia e con l'aumento della pena minima per il reato di corruzione, «abbiamo fatto bene a togliere ulteriori alibi».
«Siamo qui oggi per testimoniare una volta di più che il Pd è il partito che crede nei propri ideali e nella necessità che trovino casa, luogo di discussione fisso, in assemblea nazionale. Il segretario dovrebbe presentarsi a fine anno con un bilancio, se fossimo Cda dovremmo farlo. E sarebbero risultati positivi perchè abbiamo vinto 5 regioni su 5». Così Matteo Renzi in assemblea Pd. «Se ci fosse ancora Emilio Fede con le bandierine avremmo un'Italia piena di nostre bandierine ma non stiamo dietro alle bandierine».
«So bene che non tutti sono d'accordo sul Jobs act. Mi piacerebbe che almeno fosse letto il testo del Jobs act, che ci fosse uno sguardo non ideologico, una discussione nel merito. Sull'articolo 18 l'abbiamo pensata in modo diverso, ormai è andata, ognuno tiene la propria opinione ma ormai è chiusa».
«Recupereremo 20 anni persi a discutere, lo faremo a testa alta e con la schiena dritta e senza perdere un solo minuto e non perchè siamo ansiosi. Non è possibile dire tra noi rallenta. Io da piccolo volevo cambiare il mondo non volevo fare la moviola».
«Se qualcun ha dubbi che gli 80 euro abbiano portato aiuto ai consumi dico che anche se non avessero portato un solo centesimo, aver restituito al ceto medio è un'operazione fortemente di sinistra cancellata per motivi demagogici e ideologici: nessun contratto ha mai dato di più, mi vengano a dimostrare il contrario e chiederò scusa». Così Matteo Renzi, che aggiunge: «Nel 2014 per la prima volta restituiamo ai lavoratori con gli 80 euro e alle aziende con l'eliminazione del costo Irap i denari per rimettere in moto economia».
«Chiedo ai magistrati di arrivare velocemente ai processi e alle sentenze» su Mafia Capitale. «Quando leggo numerose interviste di magistrati che commentano le leggi che stiamo facendo, vorrei ringraziarli, ma credo che debbano parlare un pò di più con le sentenze e non con le interviste». «Io non dormo la notte non perchè penso a Matteo Salvini ma perchè penso a Matteo Messina Denaro. La lotta alla mafia bisogna farla davvero».
«Non sono minimamente preoccupato per questo Parlamento: è tranquillamente nelle condizioni di eleggere il successore di Napolitano quando sarà il momento. Il fatto che nel 2013 sia fallito il colpo, non significa che oggi non sia stata imparata quella lezione».
L'inno di Mameli ha aperto l'assemblea nazionale del Partito democratico. Sul banco della presidenza tutti in piedi a cantarlo, a partire dal segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi, che indossa una camicia bianca senza cravatta.
Massimo D'Alema ha annunciato che non sarà all'assemblea del Pd, in polemica con le «minacce» degli ultimi giorni. Mancherà anche Pier Luigi Bersani, ma per un mal di schiena che lo costringe a casa, senza alcuna intenzione polemica, assicurano i suoi. Gli altri esponenti della minoranza stanno invece arrivando alla spicciolata all'hotel Parco dei principi di Roma che ospita la riunione: si sono visti Cuperlo e Boccia, Fassina e D'Attorre. Rosy Bindi al momento non è arrivata, ma è in programma a breve una sua intervista in tv.
«Se Renzi ci attacca risponderemo andando all'attacco. Le minoranze non hanno complotti in mente, vogliono solo fare le cose meglio. Renzi accetti qualche consiglio». Così Pippo Civati, arrivando all'assemblea nazionale del Pd. «La mia minoranza come quella di D'Alema? Non credo proprio - ha risposto - perchè ci distinguono tutte le cose del mondo».
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