PALERMO. I ventimila precari degli enti locali siciliani ripiombano nel caos e all'Assemblea Regionale scatta la corsa contro il tempo per prorogare i loro contratti in scadenza al 31 dicembre. Ieri a Palazzo dei Normanni si è svolto un mega vertice con i componenti di tre commissioni, Affari istituzionali, Bilancio e Lavoro per affrontare l'ormai tradizionale emergenza di fine anno. Una giungla di norme nazionali e regionali ha infatti messo a rischio la proroga di migliaia di contratti. L'ultimo ostacolo riguarda i duemila dipendenti dei Comuni in dissesto finanziario o in pre-dissesto, cioè che hanno gravi problemi finanziari. Nell'Isola sono una sessantina i Comuni interessati, da Catania ad Augusta, Bagheria, Milazzo e Cefalù. «Serve una circolare esplicativa del governo nazionale - dice il deputato del Pd, Filippo Panarello - per chiarire che tutti i precari hanno diritto alla proroga». C'è poi da chiarire l'aspetto economico dell'erogazione dei contributi per pagare i contrattisti. In settimana è previsto un incontro tra l'associazione dei Comuni e il governo regionale per siglare un'intesa sui criteri. Ma per renderla operativa serve una legge regionale: «Ora spetta alla Regione intervenire» chiosa Leoluca Orlando, a capo dell'Anci. I deputati però si spingono oltre e tornano a parlare i stabilizzazione. Per Mariella Maggio del Pd «non dobbiamo accontentarci della solita proroga di un anno». E il vice presidente vicario dell'Ars, Antonio Venturino, autore di due ddl per la stabilizzazione, aggiunge che «è giunto il momento di uscire dalla logica dell'emergenza con le consuete proroghe dell'ultima ora, negli ultimi giorni dell'anno». Secondo Matteo Cocchiara a capo dell'Asael «serve un un percorso "strutturale" che colleghi il finanziamento per utilizzare questo personale con il Fondo delle Autonomie e non con un Fondo d'equilibrio senza copertura».