PALERMO. «Per le aziende dovrà essere sempre di più conveniente investire in Sicilia attraverso strumenti quali il fisco agevolato e i contributi pubblici, ma non può più funzionare la storiella di questi anni, quella cioè del prendi i soldi e scappa, di imprese che beneficiano di finanziamenti regionali, si insediano, assumono lavoratori siciliani e poi, nel giro di qualche anno, smontano le tende e delocalizzano la produzione. Per questo penso che la Regione debba dotarsi di una legge per rendere più difficile delocalizzare».
Lo afferma il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli che ha depositato un ddl anti-delocalizzazioni che prevede la decadenza dei benefici e la restituzione dei contributi ricevuti dalla Regione siciliana in caso di delocalizzazione. «Penso soprattutto alle ragazze e ai ragazzi dei call-center, circa 20 mila in Sicilia, ma in generale - aggiunge - a tutti i dipendenti delle grandi aziende che hanno ricevuto nel corso di questi anni benefici e vantaggi economici dalle istituzioni e sono lì per lì per andar via». L'art. 1 del ddl Ferrandelli prevede che «Per i contributi erogati a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, le imprese operanti nel territorio regionale che abbiano beneficiato di contributi pubblici regionali in conto capitale, qualora, entro tre anni dalla concessione degli stessi, delocalizzino la propria produzione dal sito incentivato a un paese non appartenente all'Unione europea, con conseguente riduzione del personale di almeno il 50 per cento, decadono dal beneficio stesso e hanno l'obbligo di restituire i contributi in conto capitale ricevuti».
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