ROMA. Sulle future elezioni del capo dello Stato «non mi iscrivo al totonomi»: piuttosto, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini si augura che «quando sarà il momento», si possa realizzare «il più ampio consenso possibile» e «il massimo coinvolgimento di tutti i grandi elettori del Pd». Non si aspetta sorprese dalle minoranza interne: «Spero e penso di no», risponde intervistato dalla Stampa, «quando arriverà, sarà un passaggio di grande importanza, che vedrà nel Pd un atteggiamento responsabile. Anche perchè credo bruci ancora la ferita dei 101». A Berlusconi che chiede che prima venga l'elezione del Capo dello Stato, e poi le riforme, il vice di Renzi risponde che legge elettorale e riforma costituzionale «sono provvedimenti incardinati che stanno andando avanti nel loro percorso senza essere legati ad altri appuntamenti ad oggi non calendarizzati», come appunto l'elezione del successore di Napolitano. Sulle elezioni al Quirinale si esprime anche Roberto Speranza, capogruppo del Pd: «Ognuno di noi ha sulla pelle le cicatrici del passaggio di un anno e mezzo fa e siamo consapevoli che non possiamo permetterci di ripetere quell'esperienza». Il riferimento è alla mancata elezione di Romano Prodi al Colle e ora, dice Roberto Speranza, intervistato dal Corriere della Sera, «sono convinto che lavoreremo tutti per costruire il massimo di condivisione interna». Inserendosi nel dibattito innescato da Berlusconi sul timing per Colle e riforme, Speranza ritiene che «nè Berlusconi nè altri possano avere poteri di veto rispetto a un percorso ineludibile, quello delle riforme che deve andare avanti». E spiega che si è scelto di coinvolgere tutti «nella riscrittura di riforme parlamentari», ma «sia chiaro - rimarca - che Forza Italia non ha l'ultima parola e non ha il diritto di bloccare le riforme».