PALERMO. Il governo «congela» il ddl Scilabra di riforma della formazione professionale. Lo stop è stato formalizzato in commissione Lavoro dell'Ars dall'assessore alla Formazione Mariella Lo Bello, che ha chiesto tempo per approfondire il testo. Dice il capogruppo del M5s, Valentina Zafarana: «La riforma Scilabra è una scatola vuota, vediamo cosa produrrà l'assessore Lo Bello, speriamo non sia un'altra scatola vuota». Il testo Scilabra, nel nome dell'ex assessore alla Formazione, è in commissione Lavoro dal mese di settembre. Intanto, restano in bilico i 4 mila lavoratori del settore. L’incontro fra governo e sindacati della formazione professionale non ha risolto i problemi. Anzi, ha acuito la tensione. Per evitare le difficoltà nell'ottenere la cassa integrazione, gli enti gestori dei corsi avevano optato per i contratti di solidarietà. I lavoratori hanno accettato decurtazioni da quasi 400 euro lordi al mese per evitare licenziamenti. Gli esuberi nascono dalla riduzione dei finanziamenti regionali. In questa prima fase, fra enti storici e cattolici, erano pronti circa 1.500 contratti di solidarietà: accordi già firmati dai sindacati. Ieri però l’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, e la dirigente Anna Rosa Corsello hanno comunicato a Cgil, Cisl e Uil che sono emerse difficoltà nella ratifica di questi accordi: «Gli ispettori inviati dall’assessorato negli enti - spiegano Giusto Scozzaro e Monica Genovese della Cgil - chiedono le buste paga quietanzate, che i lavoratori non possono in questo momento avere. Un intoppo che sta bloccando l’iter dei contratti». Il problema è che quest’anno i finanziamenti regionali agli enti sono arrivati a singhiozzo e dunque anche le retribuzioni e i versamenti retributivi non sono stati regolari: impossibile quindi allegare agli accordi sindacali le documentazioni sulle retribuzioni, emergerebbero situazioni di formale irregolarità (malgrado siano evidente causa di ritardi della Regione). Dunque - aggiunge Giuseppe Raimondi della Uil - i contratti di solidarietà tornano in discussione e riaffiora la minaccia di licenziare gli esuberi. Ma Caruso precisa che «la Regione farà la sua parte per certificare la regolarità degli enti che stanno pensando ai contratti di solidarietà».