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Camusso: "Renzi disprezza la Cgil, gli elettori si sentono esclusi"

La leader della Cgil spiega così il forte dato dell'astensionismo alle ultime Regionali. Con le parole del premier, parte dell'elettorato fatto da lavoratori si è sentito escluso

ROMA. «In una organizzazione come la nostra l'idea della partecipazione è tra quelle fondamentali. Direi ispiratrici. Sono del tutto fuori strada» quelli che additano la Cgil come mandante dell'astensione di domenica scorsa. Lo dice il segretario della sindacato, Susanna Camusso, che intervistata da Qn, sottolinea l'insegnamento che secondo lei arriva dalla diserzione delle urne: «la conferma di una preoccupazione che abbiamo da tempo: siamo di fronte a un Paese diviso, sfiduciato».

«Il presidente del Consiglio - aggiunge la leader sindacale - ha fatto del disprezzo della Cgil una cifra distintiva della propria azione politica degli ultimi mesi. Quel mondo che la Cgil rappresenta, in particolare in zone come l'Emilia, può essersi sentito escluso». Camusso definisce «la cosa peggiore detta contro la mia organizzazione» il paragone con la «Lega di Salvini. Noi, che stiamo cercando di ricostruire l'unità e la solidarietà, siamo contro il razzismo, per l'abolizione della Bossi-Fini, siamo per Mare nostrum».

Camusso non chiude però del tutto: «Non siamo un partito o una corrente di partito. Abbiamo delle proposte, continuiamo a discutere. Basta però che si smetta di affrontare il confronto sindacale con le categorie dell'amico-nemico». E su Landini eventuale futuro leader del nuovo partito di sinistra, risponde: «È un dibattito molto giornalistico che non mi appassiona. La Cgil è molto autonoma dalla politica».

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