PALERMO. "Acqua minerale gratis per le aziende che la esportano fuori dalla Sicilia, e a canoni quasi inesistenti per chi la estrae (emunge) e la distribuisce nell'Isola", dagli attuali 2 euro al metro cubo, previsti dalla legge regionale 9/2013, fino a 30 centesimi al mc. E' la proposta fatta dai rappresentanti di Confindustria ieri al tavolo della commissione Attività produttive dell'Assemblea regionale siciliana.
"Trovo assurda la proposta di Confindustria - dice il deputato M5S Matteo Mangiacavallo - e oltremodo offensiva per i cittadini siciliani che pagano l'acqua, quasi sempre non potabile, in media a oltre 1,50 euro al metro cubo, mentre quella migliore, la minerale, dovremmo cederla a 30 centesimi o addirittura regalarla se i concessionari riescono a venderla fuori dalla Sicilia. Tutto ciò è ridicolo e inaccettabile".
"Facciamo un appello di buonsenso a Confindustria - dice la deputata del Movimento Claudia La Rocca - ricordando che la norma antecedente al 2013 prevedeva un canone di 1,03 euro per metro cubo: Se proprio si deve rivedere la legge vigente per esigenze delle imprese, pretendiamo comunque che la nostra acqua non venga svenduta. L'accordo della conferenza tra regioni del 2006 prevede canoni da 1 a 2,50 per metro cubo per l'acqua imbottigliata e da 0,50 a 2 per l'acqua emunta non imbottigliata. La nostra controproposta è di adottare una normativa che si avvicini a quella della regione Calabria, che mantiene canoni in linea con le altre regioni, ovvero 60 euro per ettaro, 1 euro per l'acqua emunta, 50 cent per l'acqua imbottigliata in vetro, incentivando così meccanismi virtuosi in materia di riduzione a monte dei rifiuti".
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