Lunedì 23 Dicembre 2024

Ars, il Pd ritrova l'unità: respinta la sfiducia a Crocetta

PALERMO. L'Assemblea regionale siciliana ha respinto la mozione di sfiducia al presidente della Regione, Rosario Crocetta: 37 i voti a favore della mozione, 44 i contrari. La mozione unificata, di centrodestra e 5stelle, è stata bocciata col voto nominale. Tre i voti che alla fine sono mancati alle opposizioni rispetto alle 40 firme raccolte al momento della presentazione dell'atto parlamentare: assenti Vincenzo Fontana del Ncd e i due deputati Mpa-Pds Pino Federico e Dino Fiorenza; sei i parlamentari della maggioranza non in aula. E' la seconda mozione di sfiducia, in due anni di legislatura, che viene bocciata dall'aula. Per Crocetta si tratta del primo banco di prova rispetto alla tenuta della maggioranza dopo l'azzeramento della sua giunta e la formazione del nuovo governo, il terzo, di cui fanno parte anche i 'cuperliani' che era rimasti fuori dal secondo governo in polemica col presidente della Regione. IL DIBATTITO IN AULA. I capigruppo di Forza Italia, Marco Falcone, e dei 5stelle, Valentina Zafarana, hanno illustrato nell'aula del Parlamento regionale le due mozioni di sfiducia nei confronti del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, presente tra i banchi del governo. Marco Falcone, leader di Forza Italia all’Ars, ha enumerato quelle che ad avviso dell’opposizione sono le gaffe di Crocetta dall’inizio della legislatura: «Volevate mettere le ali all’Ast - ha detto Falcone ricordando il progetto che puntava a creare una compagnia aerea siciliana - e invece non riuscite neppure a garantire gli stipendi». Falcone ha ricordato le polemiche sul Muos di Niscemi ai problemi sulle discariche e all’emergenza formazione professionale. «A distanza di due anni - ha concluso Falcone - quali sono i risultati del governo? Chiediamo che anche la maggioranza voti questa mozione. La voti anche quella parte del Pd che da un anno e mezzo punta l’indice contro il governo». PD UNITO. Il Pd ha deciso di sostenere il presidente della Regione nel voto di sfiducia chiesto dal centrodestra e dai grillini. Dunque, in parole povere, i democratici hanno votato contro la sfiducia impedendo alle opposizione di ottenere il quorum di 46 voti per mandare a casa il presidente e tornare alle urne. È l’esito di un lungo vertice all’Ars fra i 19 deputati del Pd e tre dei quattro assessori designati (Bruno Caruso, Antonio Purpura e Cleo Li Calzi). L’altro assessore, il magistrato Vania Contrafatto, non può ancora partecipare a riunioni politiche perchè non ha ancora ottenuto il via libera dal Csm. Nel corso della riunione Crocetta, che non era presente, ha chiamato il deputato Pippo Digiacomo per cercare di chiudere una polemica che aveva duramente contrapposto i due. Le parole del presidente, che rientrano nel percorso di ritrovata unità della maggioranza, hanno convinto Digiacomo a votare contro la sfiducia malgrado gli annunci dei giorni scorsi. L'INTERVENTO DI CROCETTA. «Il solo obiettivo della sfiducia è la delegittimazione di un presidente eletto dal popolo. Ma la verità è che lo sfiducia day dei grillini si è trasformato in un boomerang day per Grillo. Ormai il Movimento 5 Stelle è razzista, omofobo e filomafioso»: ha esordito così Crocetta all’Ars replicando a Valentina Zafarana. La capogruppo dei 5 Stelle ha illustrato la propria mozione di sfiducia sottolineando che nella convention organizzata da Grillo domenica scorsa erano state raccolte 25 mila firme contro il presidente. A conclusione del suo intervento, Crocetta ha sfidato l’opposizione: «Non temo le elezioni. La sfida elettorale la vinceremmo con una maggioranza più ampia di quelal attuale. Voi - ha detto riferendosi a centrodestra e grillini - oggi siete uniti contro di me ma vorrei vedervi in campagna elettorale. Non sareste uniti. Noi invece lo siamo». È il segnale del clima di ritrovata intesa fra Crocetta e la sua maggioranza, che sembra rassicurare il presidente.   LA TELEFONATA DI BERLUSCONI. Telefonata a sorpresa di Silvio Berlusconi ai deputati di Forza Italia durante la seduta parlamentare dell'Assemblea regionale sulle mozioni di sfiducia al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. L'ex premier, che era in compagnia del coordinatore regionale degli azzurri Enzo Gibiino, ha parlato al telefono con alcuni dei deputati mentre era in corso l'intervento in aula del capogruppo di Fi, Marco Falcone. "Ci ha incitati ad andare avanti, cercando di essere più incisivi nella comunicazione con la stampa", riferisce il deputato azzurro Giuseppe Milazzo.   PDS-MPA. "I deputati del PdS-MpA avevano sottoscritto e quindi coerentemente votano la mozione di sfiducia al presidente Crocetta, ma è evidente che, anche alla luce dei fatti di questi ultimi giorni e alla nascita di un governo quasi completamente rinnovato, l'aver portato alla discussione la sfiducia è stato un errore. Si tratta probabilmente di una conseguenza nefasta del patto del Nazareno, di un tentativo di una parte del PD di condizionare le scelte del governo e del governatore della Sicilia". Lo ha dichiarato Roberto Di Mauro, presidente dei deputati del Partito dei Siciliani MpA all'Ars, intervenendo stasera nel dibattito sulla mozione di sfiducia al Presidente della Regione. "In questo gioco delle parti - prosegue l'esponente autonomista - è evidente che il ruolo di Forza Italia è stato del tutto deleterio e che quindi da domani si apre una fase nuova nelle relazioni con quel partito, anche in sede parlamentare." "Per quanto ci riguarda - conclude Di Mauro - rispetto all'operato del nuovo Governo, valuteremo di volta in volta il lavoro e le proposte che verranno dagli assessori, alcuni dei quali conosco e stimo".

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