PALERMO. Il Crocetta ter avrà di nuovo sei donne mentre non ci saranno deputati-assessori. A metà pomeriggio Rosario Crocetta si sbilancia solo su questo. Pur confermando, il presidente, che non intende sostituire Lucia Borsellino, Nelli Scilabra e Linda Vancheri. E finendo poi per sfidare i partiti su tutto il resto: «Sarebbe paradossale se, dopo aver chiesto per mesi l’azzeramento, non cambiassero nulla». Parole, quelle di Crocetta, che segnano il punto a cui è giunta la trattativa sul rimpasto dopo una notte e un’intera giornata di colloqui con gli alleati. Il primo scontro è sulle conferme. Crocetta vuol salvare i suoi fedelissimi e il segretario del Pd, Fausto Raciti, frena: «Noi vogliamo un profondo rinnovamento, non un rimpastino». Intanto il termine di stasera, previsto per arrivare all’intesa, è già slittato a martedì. E a Palazzo d’Orleans la sensazione è che all’interno dei partiti, soprattutto del Pd, non c’è accordo sui nomi. Giuseppe Lupo, leader dell’area Dem che esprime Roberto Agnello all’Economia, non ha ancora deciso se cambiare nome. E anche cuperliani e renziani, almeno fino a ieri sera, sembravano in stand by. Così come gli alleati: l’Udc vorrebbe tenere Patrizia Valenti e Nico Torrisi alla Funzione pubblica e alle Infrastrutture. L’articolo 4 di Lino Leanza e Luca Sammartino non ha fretta di sostituire Paolo Reale all’Agricoltura. Solo il Pdr di Totò Cardinale è pronto a sostituire Giusy Furnari, oggi ai Beni culturali. E la soluzione potrebbe essere allora proprio il cambio di deleghe, che Crocetta non scoraggia. Mentre Lino Leanza si spinge a chiedere di rivedere anche i numeri: «Siamo il secondo partito della coalizione, perchè non dovremmo chiedere un assessore in più?». Posizioni che rafforzano, in questa fase, Crocetta. Che precisa di aver ottenuto il consenso sul fatto che «non ci saranno deputati che diventano assessori. Il centrosinistra sa che in aula fatichiamo a farci approvare le leggi perchè i numeri della maggioranza sono stretti. E un assessore per gli impegni che ha non sempre può essere in aula per votare». Ma Crocetta rivela anche che «inserire deputati in giunta rischia di destabilizzare gli equilibri interni nei gruppi parlamentari». Mentre l’interesse di Palazzo d’Orleans è chiudere un accordo che duri fino a fine legislatura: «Sui nomi non accetto aut aut. E mi aspetto che le proposte che stanno arrivando non siano valide solo per sei mesi. Non accetterei che si torni a chiedere un rimpasto». Di tutto questo i segretari di partito e i capigruppo hanno discusso ieri notte con Crocetta, prima in incontri faccia a faccia poi in un nuovo vertice di maggioranza. Il primo, quello concluso mercoledì notte alle 4, ha portato almeno ad alcune intese sul programma della seconda metà di legislatura: «Dobbiamo fare subito il bilancio - commenta Baldo Gucciardi del Pd - e poi la riforma della pubblica amministrazione e quella delle pensioni. Senza dimenticare Province e acqua e spesa dei fondi europei. Questo ci chiedono da Roma». Il riferimento è all’arrivo oggi di Graziano Delrio, braccio destro di Renzi, con cui concordare un percorso per uscire dalla crisi finanziaria. Crocetta ha fretta: «Dobbiamo modificare il metodo di calcolo pensionistico della Regione, prepensionare formatori e forestali bloccando nuove assunzioni e promozioni che vanificherebbero i risparmi. E poi dobbiamo togliere le norme contrattuali che danno vantaggi ai dirigenti. Penso alla clausola di salvaguardia ma anche al fatto che abbiamo troppe postazioni dirigenziali che garantiscono indennità extra di 20 mila euro. Potremmo tagliare 400 delle 1.200 posizioni dirigenziali effettive». Il presidente ha ribadito queste cose portando in conferenza metà dei suoi attuali assessori (Valenti, Furnari, Scilabra, Stancheris, Calleri e Gerratana) per difenderne l’operato: «Chi ha incarnato la discontinuità con politiche clientelari e poco trasparenti va confermato». Evidente il riferimento alla Scilabra, che di se stessa ha detto «in questi due anni in assessorato abbiamo dato segnali di rottura. Rifarei tutto. E non tutto si può fare in così poco tempo». Gerratana e Calleri sembrano però in uscita. Il primo metterebbe insieme meno di un mese da assessore. Crocetta vorrebbe confermare anche Calleri ma il Pd è contrario. Calleri ieri ha suscitato ironia per una gaffe: «Chi era Giuseppe Alessi?» ha chiesto leggendo la targa commemorativa nella sala conferenze di Palazzo d’Orleans. In uscita è anche la Stancheris, oggi al Turismo, che ieri su Facebook ha postato un boomerang e una frase da interpretare: «Non so come e in che ruolo ma don't worry...»