ROMA. Dietrofront. Nella stesura finale della Legge di stabilità è «saltata» la modifica alle commissioni per l'esame di Maturità. Al momento, dunque, restano le norme attuali che prevedono tre commissari interni e tre esterni oltre al presidente (anche lui esterno). Non è escluso, tuttavia, che la riforma possa essere ospitata in un altro provvedimento, come quello della «Buona scuola».
La norma «cassata» dal testo della legge di Stabilità 2015, «bollinato» dalla Ragioneria di Stato per essere inviato al Quirinale, avrebbe comportato un risparmio di 147 milioni di euro, poiché i commissari interni non avrebbero ricevuto alcun compenso per la partecipazione agli esami.
Resta ora da vedere quale capitolo di spesa verrà decurtato per recuperare questi 147 milioni di euro. Ma probabilmente è proprio per non far passare l'idea che l'intervento sulla Maturità servisse solo a far cassa che il Governo ha deciso di espungere la norma dalla manovra varata da Palazzo Chigi. Intanto, la notizia della retromarcia sull'Esame di Stato è già stata accolta con soddisfazione sul fronte sindacale.
«Se ciò troverà conferma nel testo definitivo della Legge di Stabilità non potremo che accoglierla positivamente, perché - ha dichiarato la Gilda - la modifica della Maturità prevista dalla bozza, con l'impiego di soli commissari interni senza alcuna retribuzione aggiuntiva, rappresenterebbe soltanto un ulteriore taglio sulla pelle dei docenti».
Anche tra gli insegnanti dovrebbe serpeggiare soddisfazione. Online nei giorni scorsi è partita, infatti, una petizione per bloccare la riforma della Maturità che ha raccolto oltre 4.000 firme. «Che senso ha emanare una direttiva che prevede la valutazione esterna delle scuole, quando nel merito della preparazione degli alunni - si legge nella petizione - si torna alla totale auto-referenzialità dei Consigli di classe? Sarebbe un'iniziativa in palese contraddizione con le indicazioni dell'Ocse, che segnala gli effetti positivi degli esami esterni sui livelli di apprendimento degli alunni, con le Raccomandazioni ufficiali dell'Unione europea, che richiede l'impiego di esaminatori 'terzì per la verifica degli apprendimenti acquisiti dagli alunni, e con le pratiche in uso nei principali sistemi scolastici europei. Tutti i sistemi di certificazione prevedono, come regola fondamentale, che la certificazione venga effettuata da soggetti terzi; se si abolisce questo passaggio possiamo dire addio a qualunque discorso credibile sulla qualità della scuola italiana, con buona pace del Sistema Nazionale di valutazione».
Perplessità confermate da un sondaggio della Tecnica della scuola: il 51,5% dei docenti intervistati ha detto «No» alle nuove modalità di svolgimento degli esami. Tra l'altro, come ha sottolineato il portale Skuola.net, molti dei supplenti annuali, con scadenza del contratto a giugno, presenziano ogni anno agli esami di Maturità. Che cosa accadrebbe al prossimo esame di Stato nel caso in cui il supplente finisse il suo lavoro con il mese di giugno e non venisse pagato per restare in cattedra anche a luglio?
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