PALERMO. "Leggo molti articoli nei quali si parla di 'patti' che sarebbero stati chiusi: per quel che ne so, non è stato chiuso nessun 'patto'. C'è stata la richiesta da parte del presidente della Regione di riaprire un ragionamento sul governo della Sicilia nell'eventualità di un azzeramento del governo regionale. Ho dato la disponibilità ad un confronto, a sederci davvero attorno ad un tavolo un minuto dopo che Crocetta avrà dimostrato con i fatti questa volontà". Lo dice il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti. "Dopo che Crocetta avrà compiuto questo passo, immagino che ci saranno le condizioni per parlare di tutto - aggiunge Raciti - Senza questo passo da parte del presidente della Regione, non vedrei elementi nuovi, né motivi per cambiare posizioni già chiare ed esplicite riguardo gli argomenti in discussione all'Ars, comprese le mozioni di censura". L'azzeramento della giunta ma anche delle cariche istituzionali e di partito nel Pd e formazione di un nuovo governo con una impronta più politica per accelerare le riforme funzionali anche a salvare la Sicilia dal crac finanziario, aprendo una linea di credito con lo Stato per recuperare i 2 miliardi di euro che servono per chiudere il bilancio per il 2015. È l'exit strategy del governatore Rosario Crocetta concordata ieri con i vertici romani del Pd. Domani Crocetta sottoporrà la sua proposta agli alleati in un vertice di coalizione. Intanto oggi la maggioranza chiederà in conferenza dei capigruppo all'Assemblea regionale il rinvio della mozione di censura all'assessore alla Formazione Nelli Scilabra, in calendario questo pomeriggio: formalmente per impegni a Roma di Crocetta (incontra i vertici dell'Eni) in realtà il rinvio si inquadra nella svolta impressa dal governatore con la copertura romana dei renziani e di altre anime dei democratici, per uscire fuori dal guado per le lacerazioni che vanno avanti da mesi per il rapporto ostile con i cuperliani del Pd. La mozione di censura dovrebbe essere rinviata a giovedì, ma a quel punto sarà disinnescata il giorno prima dall'azzeramento della giunta.