PALERMO. Appena iniziato, il cammino della leggina che dovrebbe garantire gli stipendi a forestali e precari dell’Ente sviluppo agricolo si è già fermato. E lunedì rischia di bloccarsi definitivamente. La commissione Bilancio ritiene che non ci sia la copertura finanziaria e nella prima seduta non ha approvato il testo. Dietro il no della commissione c’è però uno scontro violentissimo fra settori produttivi e sindacati dei forestali. E il Parlamento si sta dividendo fra queste due compagini. Il governo ha infatti previsto di coprire i 25 milioni necessari a forestali ed Esa prelevando dal fondo con cui la Crias dovrebbe gestire finanziamenti e garanzie alle imprese artigiane e agricole. Inizialmente era previsto di prelevare da questo fondo 10 milioni ma in pochi giorni la quota è già salita a 19. Al punto che nei giorni scorsi tutte le nove associazioni di categoria di agricoltori e artigiani hanno chiesto di fermare il provvedimento. Ma il governo è pressato da proteste di piazza. Da giorni è scattato l’assedio a Palazzo d’Orleans. La legge servirebbe infatti a garantire a tutti gli 8.488 operai della prima fascia le 78 giornate di lavoro tradizionali, che alla fine dell’anno saranno costate quasi 63 milioni. Questa è la categoria più a rischio mentre chi attende di svolgere 101 e 151 giornate ha quasi completato il suo calendario annuale. Il tutto, sommando operai forestali e dell’antincendio, porta la spesa a 303 milioni che il governo ha garantito con fondi propri e con altri prelevati dai contributi europei e da quelli denominati Pac. Ma ora bisogna trovare gli ultimi 25 milioni e non c’è altro se non il fondo della Crias per risolvere l’emergenza. ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA