PALERMO. «Se davvero si arrivasse all’azzeramento di tutto, come propongono i renziani, allora sarebbe inevitabile discutere anche della giunta. Ma è un problema di equilibrio fra le varie aree, io intanto ho dato una grande dimostrazione di unità facendo confluire il Megafono dentro il gruppo parlamentare del Pd»: Rosario Crocetta prova a riallacciare il dialogo col suo partito, a poco più di tre giorni dal voto all’Ars sulla mozione di censura contro l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra.
Il presidente parla mentre si rincorrono le voci su un prossimo intervento romano, che partendo dall’emergenza sui conti pubblici potrebbe spingere Renzi - secondo Orlando e ambienti del Pd - al commissariamento della Regione. Crocetta sa che la crisi finanziaria è uno dei due campi su cui si gioca la partita politica. E il più urgente è la censura al suo assessore più in vista. Mercoledì l’Ars vota sulla Scilabra. E il presidente prova a riconquistare i cuperliani, che hanno tolto la fiducia al governo e annunciato di voler sostenere la mozione contro l’assessore: «Nei giorni scorsi - spiega Crocetta - ho discusso con Lorenzo Guerini (vice segretario nazionale, ndr) e lui ha capito che non sono io a creare problemi. Il problema sono gli accordi fra le varie anime del partito. Io posso dire che se davvero si arrivasse all’azzeramento di tutto, allora non ci sarebbero tabù sul governo. Potremmo discutere pure di quello. Ma il segretario regionale ha interrotto questo processo».
Il riferimento è alla proposta dei renziani di far ritirare tutti gli assessori dalla giunta e portare alle dimissioni anche i leader all’Ars e i tre presidenti (tutti cuperliani) delle commissioni parlamentari a guida Pd. Il presidente non ostacolerebbe un azzeramento generale per ripartire tutti insieme in un Crocetta ter con un solo paletto: «Che sia una discussione ”laica”, senza perseguire l’obiettivo di fare una giunta per commissariarmi».
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