PALERMO. Pronta a rientrare la protesta degli enti di formazione, resta invece altissima la tensione tra i lavoratori, coi sindacati che torneranno in piazza all’inizio della prossima settimana. Esuberi, progetti del Ciapi in ritardo, cassintegrazione: sono i tre nodi sui quali i dipendenti degli enti e le sigle pressano il governo per avere rassicurazioni. Al momento, però, una prima intesa è stata raggiunta tra le associazioni degli enti e l’assessorato guidato da Nelli Scilabra in un incontro che si è tenuto giovedì: il prossimo mercoledì sarà pubblicata la direttiva con la quale si dà il via libera alla terza annualità dei corsi, quelli finanziati con i fondi del Piano giovani. Per gli enti è la garanzia di un ritorno al lavoro. Si tratterà di una riedizione delle lezioni già tenute lo scorso anno, ma con un taglio del costo di ogni ora che passerà da 129 euro a 117. Gli enti potranno così avviare la rimodulazione dei corsi ma per far fronte al taglio, che in tutto ammonterà a una settantina di milioni di euro, dovrà rinunciare a parte del personale. Secondo i sindacati sono circa 500 i possibili esuberi, la stragrande maggioranza tra gli amministrativi. «Se la Regione rispetterà le promesse - dice Paolo Genco, presidente di Forma Sicilia, l’associazione degli enti formativi storici operanti in Sicilia - gli enti eviteranno la sospensione del personale». Genco si spinge a chiedere al governo di rivedere alcuni aspetti della riforma come l’introduzione dei voucher, che rendono liberi gli allievi di scegliere presso quale struttura rivolgersi: «In questo modo si alimentano i possibili illeciti e gli enti non potrebbero più garantire il personale» dice Genco. Ma su questo fronte secondo l’assessorato c’è ancora tempo, dal momento che la norma dovrà passare ancora dall’Aula. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA