Lunedì 23 Dicembre 2024

Napoli, De Magistris sospeso dalla carica di sindaco: arriva la notifica firmata dal prefetto

 NAPOLI.  Il presidente del Consiglio comunale, Raimondo Pasquino, ha notificato al sindaco de Magistris il provvedimento di sospensione firmato ieri dal prefetto. Lo si apprende da fonti del Comune. Il mandato di sindaco di Napoli di Luigi de Magistris ha le ore contate: a una settimana dalla condanna a 1 anno e 3 mesi per abuso di ufficio nell'ambito del processo Why Not, l'ex pm è stato sospeso dalla carica per 18 mesi in base alla legge Severino. In serata la firma del provvedimento da parte del prefetto di Napoli Francesco Musolino che sarà notificato domani al presidente del Consiglio Comunale. La scure su Palazzo San Giacomo si abbatte nel pomeriggio: a dare l'annuncio della misura è il ministro dell'Interno Angelino Alfano rispondendo all'ultima interrogazione del giorno, quella del deputato di Fi Paolo Russo. Il numero uno del Viminale prende la parola alle 16: «Il prefetto di Napoli - spiega - ha ricevuto comunicazione della sentenza proprio nella mattinata di oggi e dunque procederà oggi stesso agli adempimenti di legge di sua competenza relativamente alla sospensione del sindaco De Magistris». Parole che imprimono un'accelerazione ponendo termine a una settimana di voci e ipotesi, talora contraddittorie. Il benservito del ministro Alfano arriva, ironia della sorte, mentre il sindaco è in Comune per dare il benvenuto all'artista libanese Mazen Kerbaj, di cui presenta una mostra in programma a Napoli. de Magistris, che non sa ancora dell'annuncio di Alfano, prova a esorcizzare il momento scherzando con Kerbaj: «Lui conosce bene Napoli. Facciamolo vicesindaco così risolviamo il problema». Successivamente incontra di nuovo i cronisti e tra una battuta e l'altra («arriveranno con i corazzieri a portarmi la sospensione») promette: «Non so quello che faranno gli altri, so quello che farò io, non mi dimetto, farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per strada a fare il sindaco dei cittadini. Alfano - ha aggiunto - dice in Parlamento quello che ritiene. Sento tanti annunci in queste ore». In serata la notizia della firma del prefetto che il sindaco non commenta parlando di una misura attesa. Ma oggi de Magistris ha fatto parlare di sè anche per un verbale del processo Why Not (udienza del 9 maggio) in cui cita il Capo dello Stato Giorgio Napolitano in merito ad una 'secretazionè che lo riguardava quando era presidente della Camera. De Magistris, spiegando il perché aveva segretato i nomi di alcuni iscritti nel registro degli indagati, in aula disse: «C'era stato un precedente alla procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo, e un altro magistrato oggi componente d'esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l'inchiesta di Tangentopoli procedettero a segretare un'iscrizione, in particolare quella dell'allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie». L'assenza di riscontri portò i magistrati dopo alcuni mesi all'archiviazione della posizione di Napolitano. Dimissioni o no, a Palazzo San Giacomo si apre un nuovo capitolo, quello della supplenza. La scelta più logica è che a fare le veci del sindaco sia il suo attuale vice, Tommaso Sodano. «Per lui - ha spiegato Alfano - la condanna a suo carico non comporta l'applicazione di provvedimenti cautelari che inibiscano anche temporaneamente la funzione». «Chi sarà il vicesindaco? Non ho ancora deciso niente», dice de Magistris. Ma i boatos si rincorrono e nei corridoi di Palazzo San Giacomo non si dà per scontato che la scelta ricada su Sodano. In ballo ci sarebbe anche il nome dell'assessore all'Istruzione Annamaria Palmieri. Non slitteranno invece le elezioni per la città metropolitana in calendario il 12 ottobre: «Non sussistono le condizioni per il rinvio» ha detto Alfano. De Magistris è stato condannato a 1 anno e 3 mesi lo corso 24 settembre per aver acquisito le utenze telefoniche di alcuni parlamentari senza l'autorizzazione del Parlamento nell'ambito dell'indagine Why Not sull'esistenza di una lobby di potere con collegamenti con la massoneria.

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