PALERMO. Dipendenti di ruolo in sciopero contro le stabilizzazioni dei precari. È esplosa la guerra fra poveri alla Sas, la più grande società partecipata dalla Regione. Prima miccia di una reazione a catena che vede già crisi aperte in altre sigle storiche che registrano esuberi o carenza di finanziamenti: da Sviluppo Italia al Ciem.
Il caso Sas è frutto di una pioggia di sentenze con cui i tribunali del lavoro di Palermo e Agrigento stanno condannando la società all’assunzione di tutto il vecchio personale precario. Si tratta di interinali a cui era stato ripetutamente rinnovato il contratto ma che al momento della nascita della società - dalla fusione di Multiservizi, Beni culturali spa e Biosphera - non venne confermato. «Abbiamo già perso una cinquantina di ricorsi - spiega Giuseppe Di Stefano, presidente della Sas - ma ce ne sono altri 106 in arrivo. Se li perdessimo tutti, avremmo un aggravio di costi pari a 4 milioni e mezzo». È un problema, quello dei contratti atipici che hanno dato luogo a vertenze, che la Corte dei Conti guidata da Maurizio Graffeo aveva indicato come una delle cause che può far crollare il sistema.
I vertici della Sas hanno comunicato l’emergenza ai sindacati, già in stato di agitazione perchè da mesi si teme che la vicenda possa sfociare in contratti di solidarietà o altri tagli al personale di ruolo per far spazio (finanziario) ai precari.
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