ROMA. Nessuno azzarda a fare delle previsioni sull'esito del voto di martedì quando il Parlamento, per la quattordicesima volta tornerà a riunirsi in seduta comune per eleggere i componenti mancanti di Csm e Consulta, ma sia nel Pd che dentro Forza Italia regna il pessimismo. Il rischio infatti che intravede chi da giorni è con il pallottoliere in mano a cercare di recuperare voti è che ancora una volta il ticket Luciano Violante e Donato Bruno venga affossato dai veti incrociati. Il fine settimana di trattative non ha sbloccato la situazione di stallo. Anzi, a sentire i ragionamenti che si fanno dentro Forza Italia, il rischio è che nella votazione di martedì i due candidati possano prendere ancora meno voti. L'argomento è stato affrontato nel corso di un pranzo a Sirmione tra l'ex premier e lo stato maggiore del partito al termine della kermesse azzurra a cui ha preso parte il Cavaliere. La convinzione dello stato maggiore azzurro è che le notizie in merito ad indagini a carico di Bruno possano essere prese come pretesto dalla fronda interna al Pd non solo per affossare il ticket concordato con Renzi, ma soprattutto per mandare al premier un segnale in vista della partita sul lavoro. Vedrete - avrebbe detto anche il Cavaliere ai suoi - Il Pd è spaccato e la minoranza userà il voto di martedì per affossare la riforma del lavoro. I sospetti però non mancano nemmeno a largo del Nazareno dove invece si ha la convinzione che la fronda dentro Forza Italia possa boicottare la votazione. A questo poi si aggiunge l'incognita Ncd e lo stallo delle trattative con Lega Nord e Sel. Domani Nichi Vendola terrà una riunione congiunta con i gruppi di Camera e Senato in cui si farà il punto della situazione sulle trattative con il Pd anche per la nomina di Paola Balducci, proposta proprio da Sel al Csm. Ma la strada è tutt'altro che in discesa anche tra Forza Italia e Carroccio. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini al momento non sembra disposto a scendere a compromessi: «La Consulta è l'ultimo dei problemi degli italiani, fosse per me andrebbe abolita». Insomma, le trattative sembrano essere ancora in alto mare. E l'ipotesi che, in caso di fumata nera martedì, si decida di cambiare la rosa dei candidati appare sempre più probabile. I 'sostituti' potrebbero essere Augusto Barbera e Stefano Ceccanti per il Pd mentre dentro Forza Italia si fa il nome di Maurizio Paniz e Giovanni Guzzetta. Per ora solo ipotesi anche perchè la linea ufficiale è che i 'cavalli non si cambianò. «Tutti mi dicono che devo andare avanti. Berlusconi non mi mollerà», è il messaggio che manda dalle colonne di 'Repubblicà Donato Bruno. Il senatore forzista, finito nella bufera per una presunta indagine della procura di Isernia, si difende dalle accuse: «Sono tranquillo, è tutta roba vecchia». Non la pensa così l'ex magistrato e senatore Dem Felice Casson che, sempre sullo stesso quotidiano, avverte: «Il Pd non può votarlo», si tratta «di una situazione analoga a quella dell'ex ministro Cancellieri per cui chiedemmo le dimissioni. Bisognerebbe essere coerenti».