PALERMO. Ferma dal primo agosto per le ferie dei deputati, l’Ars ha formalmente ripreso i lavori martedì, 45 giorni dopo l’ultima volta. Eppure nei due giorni di seduta d’aula i 90 onorevoli hanno lavorato appena 58 minuti.
È il bilancio dell’attività del Parlamento siciliano. Ma è soprattutto il frutto di un intreccio di problemi tecnici e e politici. Nel primo caso c’è il dubbio di molti burocrati e deputati sulla validità di eventuali votazioni in questi giorni: il 5 ottobre infatti è fissata la ripetizione delle Regionali a Siracusa e normalmente alla vigilia di elezioni il Parlamento si ferma per non intralciare la campagna elettorale. Questa volta non si è voluta prolungare la pausa estiva ma l’effetto pratico non è molto differente.
C’è poi la paralisi politica nata dal ritiro del sostegno a Crocetta da parte dei cuperliani del Pd. Finito in minoranza, il presidente deve prima ritrovare i numeri in Parlamento e poi tornare all’attività legislativa.
E così nel primo giorno di attività, martedì, la seduta è durata appena 39 minuti e 7 secondi: giusto il tempo di leggere qualche verbale e votare «per alzata e seduta» il passaggio agli articoli di un disegno di legge sull’impignorabilità della prima casa che comunque prima di entrare in vigore avrà bisogno di una ratifica romana. Ieri la seconda seduta dopo le ferie è durata altri 19 minuti. E alla fine il vice presidente Antonio Venturino ha rinviato i lavori a martedì prossimo, 23 settembre.