PALERMO. Convincere la Corsello a correggere le dichiarazioni fatte ai giornali per evitare una figuraccia all’assessore: ecco la priorità dei principali collaboratori di Nelli Scilabra all’indomani del flop day. Mentre nelle stesse ore, da Roma, Italia Lavoro pressa per incontrare la dirigente. È lo «stenografico» di una guerra senza esclusione di colpi, che emerge dagli sms inviati e ricevuti dalla ormai ex dirigente della Formazione.
La Corsello ha fatto certificare gli sms in Questura in vista della consegna ai Pm che indagano sul fallimento delle selezioni per i tirocini.
Il flop day è datato 5 agosto e sui giornali del 6 la Corsello addebita le responsabilità a Italia Lavoro, a suo dire scelta dall’assessore per gestire le selezioni. Ma Lucio Guarino, capo della segreteria tecnica della Scilabra, scrive alla dirigente chiedendole di rilasciare nuove dichiarazioni per cambiare versione. Guarino informa la Corsello di un contatto fra l’assessore e Italia Lavoro (che annuncia querele) e chiede di non alimentare polemiche che coinvolgerebbero la Scilabra.
Ma il rapporto fra la due si rompe la sera del 7, quando i siti web diffondono una lettera della Scilabra alla Corsello. Lì l’assessore dà la sua versione, scaricando le colpe sugli apparati tecnici. E la Corsello accusa Guarino di averla scritta senza avvisarla: in un sms si definisce vittima e delusa, pronta a dimettersi. Guarino risponde che non la ritiene responsabile del flop e la invita a ritornare sull’idea dimettersi definendola preziosa. In assessorato però tutti i rapporti sono ormai saltati e ci si parla solo per sms e lettere protocollate. La notte del 7 la Scilabra scrive un sms alla dirigente invitandola alla calma e dandole appuntamento per il giorno dopo. Ma la Corsello accusa l’assessore di scarsa presenza in assessorato («La tua giornata inizia tardi...») e si definisce «capro espiatorio».
La Scialbra ieri ha detto che gli sms «inducono a <WC1>una ricostruzione dei fatti non corrispondente alla realtà e manipolatoria»<WC>. L’assessore ha aggiunto di averli però depositati in Procura due settimane fa.
Il problema è l’affidamento a Italia Lavoro, all’origine del flop, che assessore e dirigente si addebitano a vicenda. I vertici romani di Italia Lavoro si lamentano. Il 10 il presidente Paolo Reboani chiede un incontro per cercare una intesa. La Corsello risponde che ha sempre avuto dubbi su Italia Lavoro e sul compenso da 5 milioni assegnatole: la dirigente esprime dubbi anche sulla trasparenza delle annunciate assunzioni per gestire le selezioni e informa Reboani di aver cacciato dai suoi uffici i responsabili della società. Reboani replica di non accettare fango sulla società e chiede di collaborare per trovare soluzioni. Ma la Corsello chiude: «Sono io ad essere stata infangata. Ora aspettatevi l’atomica...».
«Evitare di coinvolgere la Scilabra»:
ecco gli sms dei fedelissimi alla Corsello
Il pressing dell’assessorato sulla dirigente. Le accuse a Italia Lavoro
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