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Musei, l'Italia cambia ma la Sicilia no

La legge voluta da Franceschini in Italia incassa i primi risultati positivi. Ma la Regione non riesce a recepire le norme. L’assessore Furnari: «Proveremo a introdurre i biglietti unici e periodici. Puntiamo a coinvolgere i privati»

PALERMO. Mentre a livello nazionale la riforma dei beni culturali incassa i primi risultati positivi, in Sicilia il settore è ancora ingessato da una gestione farraginosa e dai soliti, vecchi problemi legati al personale. Ieri il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha pubblicato i dati relativi al primo mese di applicazione della rivoluzione del piano tariffario e degli orari d’apertura dei musei. La rilevazione ha confermato una crescita consistente del numero assoluto dei visitatori, più 200 mila in tutto, degli incassi che sono aumentati di 700 mila euro rispetto al 2013 e degli ingressi gratuiti, 100 mila in più. Insomma, grandi e piccoli musei stanno beneficiando della nuova struttura tariffaria, delle aperture prolungate il venerdì e delle domeniche gratuite.
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