PALERMO. Già in ritardo di 5 mesi, l’ultima tranche di finanziamenti ordinari del 2013 da parte della Regione agli enti locali subirà un taglio di quasi 24 milioni. In pratica verranno erogati 70,3 milioni invece dei 95 previsti. E così 41 Comuni saranno costretti a non incassare nulla e altri 92 riceveranno molto meno del previsto. Al punto che i sindaci minacciano di non pagare più gli stipendi ai dipendenti e lo stesso assessorato regionale agli Enti locali ammette che «c’è il rischio di creare o aggravare squilibri finanziari nei bilanci». C’è il rischio, insomma, che quasi un terzo dei 390 Comuni siciliani viaggi verso il dissesto.
I PRESTITI PER I RIFIUTI
Fra la fine del 2009 e il 2011 la Regione concesse ai Comuni siciliani anticipazioni che servivano a pagare almeno una parte dei debiti maturati dagli Ato rifiuti (quasi un miliardo) verso le imprese di raccolta e smaltimento, in particolare verso le discariche. Quei prestiti erano nati con l’obiettivo di evitare l’accumulo di immondizia per le strade a causa del blocco del servizio e far tornare così le città alla normalità nell’attesa che la riforma desse i suoi frutti creando un sistema di raccolta efficiente ed economicamente sopportabile. E, soprattutto, i sindaci avrebbero dovuto far approvare in consiglio comunale dei piani di rientro decennali per restituire i prestiti senza traumi. Ma in 133 Comuni i piani non sono mai stati approvati e adesso la Regione chiede indietro tutto in tre anni a partire da adesso: una mazzata che impone già quest’anno trattenute record per i Comuni.
DISSESTO, LA RELAZIONE SEGRETA
Il ritardo nell’erogazione dell’ultima tranche dei finanziamenti del 2013 - ripete da giorni l’assessore regionale agli Enti locali, Patrizia Valenti - nasce proprio dall’esigenza di valutare bene gli importi da trattenere e provare a evitare colpi da Ko. Non a caso gli uffici dell’assessorato agli Enti locali prima di avviare le procedure hanno scritto alla giunta avvertendo dei pericoli che possono nascere: «Dall’analisi effettuata - scrive il dirigente Giuseppe Morale - emerge che per 41 Comuni le trattenute da operare risultano superiori alla quota da erogare mentre altri 92 subiscono nuove riduzioni. Ci sono poi centri come Campobello di Licata, Menfi e Riposto in cui le trattenute complessive superano l’importo dell’intero finanziamento annuo».
A complicare la situazione c’è stato infatti un sommarsi di debito. Già dall’inizio dell’anno l’assessorato al Bilancio stava recuperando somme legate ai prestiti del 2009. I Comuni già sapevano che in questa rata finale avrebbero dovuto restituire al Bilancio 6,9 milioni. Ma poi anche l’assessorato ai Rifiuti ha chiesto la propria parte e in questo caso la botta è stata maggiore: 17 milioni e 100 mila euro. Inoltre - spiega Morale - le stesse trattenute si ripeteranno nel 2014 e nel 2015. «Ci sono Comuni - conclude il dirigente - a cui rischiamo di non poter dare nulla per i prossimi due anni. Ma d’altro canto se noi non avviamo il recupero dei prestiti siamo perseguibili dalla Corte dei Conti».
I SINDACI IN PIAZZA
Il sistema di finanziamento dei Comuni, basato su fondi ordinari in ritardo e prestiti mai restituiti, è esploso. «La Regione già da mesi non eroga i soldi per i precari - Paolo Amenta, vicepresidente dell’Anci - e con la Finanziaria di quest’anno ha tagliato i finanziamenti ordinari destinati ai servizi. Ora riduce retroattivamente anche questi finanziamenti. È chiaro che ci sono amministrazioni che non avranno i soldi per pagare gli stipendi neppure ai dipendenti di ruolo. Così il dissesto è inevitabile». I sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali di tutta la Sicilia domani si riuniranno a Palermo per avviare la protesta. Chiedono di modificare il sistema di finanziamento e recuperare i tagli: servirebbero 200 milioni, che la Regione non ha. E invece potrebbe arrivare perfino un’altra mazzata: anche l’assessorato regionale alle Infrastrutture sta chiedendo di recuperare somme anticipate ai Comuni per progettazione di opere pubbliche: sarebbero altri 2,6 milioni da tagliare subito.