PALERMO. Addio Province, non chiamatele più così: da oggi in Sicilia nascono i liberi consorzi comunali, aggregazioni di enti locali con un numero minimo di abitanti pari a 180 mila. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, hanno stimato un risparmio immediato di oltre 50 milioni di euro grazie anche alla cancellazione di circa 350 poltrone tra eletti e amministratori e di sedi dismesse.
La legge che riforma la Province è stata pubblicata oggi in Gazzetta ufficiale: i Comuni adesso hanno sei mesi per decidere se far parte di un altro consorzio. A tal fine servirà una delibera approvata dai due terzi del Consiglio comunale e un referendum confermativo. Nel frattempo i consorzi manterranno le prerogative delle vecchie Province e continueranno ad operare nelle stesse sedi sotto la guida di un commissario.
In futuro i liberi consorzi saranno guidati da un’assemblea, un presidente e una giunta, che esercitano tutti le proprie funzioni a titolo gratuito mentre le spese di trasferta sono a carico dei Comuni di appartenenza. In ogni caso si tratta di organi di secondo livello non eletti dunque direttamente dai cittadini. L’assemblea in particolare è formata dai sindaci del consorzio che, assieme ai consiglieri comunali, eleggono il presidente. La giunta invece è composta da otto assessori che vengono scelti dal presidente.
A Palermo, Messina e Catania nascono invece le città metropolitane che includono i comuni del comprensorio. A governarle saranno la Conferenza metropolitana composta dai sindaci dell’area, il sindaco metropolitano e la giunta metropolitana, tutti organismi non eletti direttamente dai cittadini. La modalità di elezione e il numero di componenti saranno stabiliti tra sei mesi.
Assieme ai liberi consorzi, queste aree avranno funzioni di coordinamento, pianificazione, programmazione territoriale, ambientale, di trasporto e di sviluppo economico. Ma il dettaglio delle funzioni verrà comunque chiarito entro sei mesi nel momento in cui la Regione ratificherà tutti i consorzi che si saranno formati dopo le variazioni decise dai Comuni.
Addio Province, da oggi nascono i liberi consorzi
La riforma pubblicata in Gazzetta ufficiale: i Comuni adesso hanno sei mesi per decidere a quale organismo aderire
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