PALERMO. La Regione non sa dove piazzarli, nessun ente li ha richiesti o ha accettato di utilizzarli. E così l’assessorato al Lavoro ha deciso di imporre al Comune di Palermo l’assunzione degli ultimi 370 Pip rimasti senza impiego. Una decisione non concordata fra Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile che rischia di aprire un altro caso intorno a questi precari. I Pip sono nell’occhio del ciclone da mesi: dalla primavera scorsa infatti la maggior parte ha percepito un’indennità di disoccupazione vicina ai 600 euro in attesa di essere reimpiegata dalla Regione. Operazione che in alcuni casi non è riuscita. Nel frattempo, giovedì scorso, è emerso che almeno 85 dei 3.200 Pip hanno un reddito che supera ampiamente i 50 mila euro annui mentre il massimo consentito per ottenere il sussidio regionale è 20 mila. Per tutti è scattato un provvedimento di espulsione dal bacino garantito. Il caso è nato quando è stato scoperto che uno dei Pip poi «licenziati» vanta un reddito da 350 mila euro annui e un patrimonio da un milione e 100 mila euro. Solo da quest’anno la Regione sta verificando i redditi dei Pip. La Finanziaria - su proposta dei grillini contestata da quasi tutti i partiti - ha introdotto appunto un limite al di sopra del quale non si possono ottenere i sussidi e il lavoro in enti pubblici a spese della Regione.
Ma, mentre le verifiche vanno avanti, all’assessorato al Lavoro è scoppiata un’altra emergenza: «Abbiamo trovato un impiego - spiega l’assessore Ester Bonafede - a quasi tutti i Pip ma restano senza posto 370 di loro. Non sappiamo proprio dove mandarli a lavorare. E poichè un articolo della Finanziaria 2013 imponeva a Regione e Comune di trovare loro una sistemazione, è solo a Palermo che possiamo mandarli». L’urgenza di trovare una sistemazione a questi precari nasce anche da un timore per l’ordine pubblico: sta per scadere l’assegno di disoccupazione e, in mancanza di un lavoro vero, la Regione non potrebbe erogare altri sussidi. Se riuscisse a impiegare i Pip potrebbe invece dare a ciascuno di loro circa 830 euro al mese.
Per questo motivo la dirigente dell’assessorato al Lavoro, Antonella Bullara, ha stabilito con la Bonafede una nuova tabella di marcia: «Convocheremo nei prossimi giorni i 370 Pip e daremo loro una lettera con l’assegnazione al Comune di Palermo, che potrà impiegarli in ville, giardini o altri servizi per cui sono qualificati». Nei mesi scorsi la Regione aveva già provato a trasferire a Palermo i Pip, sempre assicurando che sarebbe stata lei a pagarli. Ma Orlando aveva risposto di non aver intenzione di impiegare nuovo personale perchè ha già difficoltà a trovare spazio per gli ex Gesip e gli Lsu.
Per questo motivo la Bonafede precisa che «questa volta la Regione non farà una richiesta al sindaco, c’è una legge che prevede per i Pip un impiego a Palermo e la applicheremo». I Pip, tra l’altro, sono nati a fine anni Novanta proprio a Palermo. E su questo conta la Regione. Orlando però si dice scettico sulla soluzione trovata e la contesta anche da presidente dell’Anci, l’associazione dei sindaci: «Non so nulla di questa decisione della Regione. Ma il Comune non è una discarica nè i lavoratori sono rifiuti. È buona norma e atteggiamento di rispetto nei confronti dei lavoratori che quando la Regione decide di assegnare personale a enti locali il sindaco venga preventivamente informato. Occorre conoscere numero e qualifica di questi lavoratori per concordare un impiego produttivo». I Pip verranno in ogni caso pagati dalla Regione che ha stanziato 20 milioni. Ma questo non ha rassicurato gli enti pubblici che dovranno impiegarli, al punto che l’assessorato al Lavoro ha dovuto faticare per convincere l’Università di Palermo e l’ospedale Cervello a rinnovare l’impiego dei Pip che gli erano stati assegnati nel 2013.