PALERMO. L'Assemblea regionale siciliana ha approvato il ddl sulla spending review, 57 i voti a favore e uno contrario. I deputati 5stelle hanno abbandonato l'aula al momento del voto. Il disegno di legge sulla spending review approvato dall'Ars recepisce una serie di indicazioni del decreto Monti, che pure non viene mai espressamente citato nel ddl. Le principali misure riguardano le indennità dei deputati, i contributi per i gruppi e le spese per il personale. Le indennità dei deputati scendono adesso a 11.100 euro lordi, con le uniche eccezioni per il presidente della Regione e per il presidente dell'Ars, a quota 13.700 euro. I contributi per i gruppi parlamentari vengono ridotti da 2.400 a 700 euro al mese per ogni deputato. Si applicano inoltre tagli del 10% sulle spese relative a funzionari e dipendenti dell'Ars. Le nuove misure entreranno in vigore dal primo gennaio 2014. «Una legge importante - ha detto intervenendo in aula il presidente della commissione speciale che ha esitato il testo, Riccardo Savona - in questo modo il Parlamento siciliano si allinea ai parametri della spending review, pur mantenendo l'aggancio al Senato. Ringrazio tutti i parlamentari che hanno dato il loro contributo, credo sia stato fatto un buon lavoro».
Anche all'Assemblea siciliana i parlamentari riceveranno, a partire dal primo gennaio del 2014, una indennità pari a 11.100 lordi come prevede il decreto Monti, già applicato nei Consigli delle altre Regioni del Paese. I tagli sono stati approvati dall'Ars e sono contenuti in un disegno di legge complessivo sulla spending review, (57 i voti a favore e uno contrario). Il testo si richiama al decreto Monti, anche se la norma non viene citata; in questo modo l'Ars rimane agganciata al Senato. Finora ogni deputato regionale ha incassato circa 18 mila lordi. La riduzione è di quasi 7 mila euro lordi al mese. Per presidente dell'Ars, governatore della Regione e presidenti di commissioni è previsto un extra, fino a un massimo di 2.700 euro lordi al mese. Riduzione anche per gli assessori tecnici: l'indennità passa da circa 10 mila euro netti a 11.100 lordi. I contributi per i gruppi parlamentari vengono ridotti da 2.400 a 700 euro al mese per ogni deputato. Si applicano inoltre tagli del 10% sulle spese relative a funzionari e dipendenti dell'Ars. Le nuove misure entreranno in vigore dal primo gennaio 2014.
«Questa legge sulla spending review è rispettosa della realtà economica che vive la nostra società e del lavoro di chi rappresenta il popolo nella qualità di parlamentare. I tagli alle indennità dei parlamentari erano dovuti e sono in linea con gli obblighi di riduzione della spesa per i costi della politica. Rispetto alle polemiche di chi vuole cavalcare la tigre dell'antipolitica, affermo che con questa nuova legge garantiamo che le Istituzioni, come il nostro parlamento regionale, tramandateci integre dai nostri padri, rimangano integre anche davanti ai nostri figli». Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia.
«Abbiamo approvato una legge importante che taglia davvero i costi della politica: per questo provo tristezza vedendo una forza politica all'interno di questo Parlamento che gioca al massacro e si appiattisce ad un populismo che porta ad una pericolosa deriva». Lo ha detto Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd, rivolgendosi agli esponenti del Movimento 5 stelle durante le dichiarazioni di voto sul disegno di legge sulla Spending Review approvato questa sera dall'Ars. «Diceva Aldo Moro: 'questo Paese non si salverà se non nascerà in Italia un nuovo senso del doverè, e le sue parole sono quanto mai attuali. Noi oggi abbiamo il dovere di difendere questo Parlamento e le istituzioni che rappresentiamo», conclude.
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