PALERMO. Bagarre stamani all'assessorato regionale al Lavoro per la consegna delle lettere di immissione in attività degli ex Pip. La tensione è salita quando buona parte dei precari, a turno fin dalle prime ore del mattino, si è resa conto che le lettere non erano pronte per tutti e che ne
sarebbero state rilasciate meno rispetto alle 400 previste. Per potersi presentare al lavoro negli enti che hanno firmato la convenzione con l'assessorato alla Famiglia, gli ex Pip prima devono recarsi in assessorato per ritirare la lettera di immissione all'attività. Proprio ieri il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, aveva dato un ultimatum: ''Se non vanno subito al lavoro saranno cancellati da Emergenza Palermo'', il bacino che, secondo i dati aggiornati in possesso dell'Inps, raggruppa 2.893 ex Pip.
''Basta con le polemiche - dice Mimma Calabrò della Fisascat-Cisl - l'obiettivo che tutti dobbiamo perseguire è che queste persone comincino a lavorare. Dobbiamo risolvere i problemi e per questo servono tavoli di confronto seri''.
Dopo la fine dell'esperienza in Social Trinacria onlus, gli ex Pip, rientrati nel bacino dell'ex Emergenza Palermo, al momento percepiscono l'Aspi, l'ex indennità di disoccupazione, con un assegno che varia da 500 a 600 euro. L'accordo tra sindacati e Regione prevede l'immissione in attività di questi precari negli enti dove hanno sempre svolto la propria attività, con una integrazione al reddito di circa 200 euro. Problemi di varia natura finora hanno rallentato il loro reinserimento al lavoro.
''Ci sono alcuni enti, come la Questura, la Prefettura e il Tribunale che hanno chiesto un numero maggiore di ex Pip rispetto a quello che utilizzavano in passato - spiega Mimma Calabrò - Perché se è vero che bisogna fare pulizia delle mele marce che ci sono come in altri ambiti lavorativi e anche vero che tra gli ex Pip c'è gente per bene che chiede solo di poter continuare a lavorare''. La sindacalista sottolinea ''il valore sociale dell'operazione fatta per gli ex Pip'' e ribadisce la
necessità di ''mantenere chiuso questo bacino, mettendo fine alle pratiche clientelari del passato''.