PALERMO. Alla vigilia dell’approvazione di una Finanziaria che prevede tagli per almeno 600 milioni in tutti i settori scoppia il caso degli esperti esterni che incassano 300 euro al giorno per stilare le graduatorie dei bandi attivati con i fondi europei.
Una legge di quasi due anni fa, diventata operativa senza tanto clamore il 29 gennaio scorso, sta paralizzando gli appalti degli enti locali. I Comuni che vogliono assegnare una gara sono obbligati a chiamare una equipe di esperti esterni che incassa 300 euro netti al giorno per esaminare le domande. Somme che la maggior parte dei sindaci non ha e per questo motivo l’assegnazione degli appalti, sia di opere pubbliche che di servizi, sta rallentando talmente tanto da aver messo in allarme la Regione che teme di non rispettare la tabella di marcia fissata a Bruxelles per l’investimento dei fondi europei.
La legge è la 12 del luglio 2011. E prevede - spiegano alla Regione - che gli appalti vengano assegnati col sistema della migliore offerta economica (che tiene conto di vari parametri) e non più con quello secco dell’offerta più bassa. Ma la valutazione dei progetti deve essere affidata a esperti esterni: avvocati, ingegneri, architetti, geometri. Per più di un anno e mezzo la Regione non ha creato l’albo degli esperti. Ora invece esiste, ne fanno parte 179 persone, e dunque il sistema è partito.
O doveva partire. Perchè in realtà ha creato una sistema di sabbie mobili. I sindaci protestano perchè i finanziamenti europei, programmati prima dell’entrata di questa legge, non prevedono le somme per finanziare le commissioni che quindi vanno pagate con i fondi del Comune.
Un servizio sul Giornale di Sicilia in edicola.