ROMA. Sfondo bianco e un contorno blu. Scritta grigia "Scelta Civica", un tricolore stilizzato e poi lo slogan "Con Monti per l'Italia". Mario Monti ha fatto crescere la suspense prima di presentare il proprio simbolo elettorale arrivando all'Hotel Plaza con oltre mezz'ora di ritardo. Tempo, poi, recuperato da un intervento velocissimo, una breve concessione ai fotografi per alcune pose e un saluto che ha lasciato senza domande i giornalisti presenti in sala.
Telegraficamente - come spesso non accade - Monti ha spiegato cosa c'é "dietro al simbolo: "Ci sarà una lista della società civile senza parlamentari, una dell'Udc (immagino col nome di Casini), una di Fli (immagino col nome Fini)", ha spiegato il premier uscente precisando che il simbolo per il Senato sarà identico ma senza la dicitura "Scelta civica". Ma "dietro", soprattutto, c'é una scelta di rigore. Questa volta per i criteri di candidabilità ai quali saranno tenuti tutti e senza distinzione di lista. Criteri che "saranno più esigenti rispetto a quelli attuali sulla candidabilità", assicura il Professore, e riguarderanno - senza la possibilità di alcuna deroga - condanne e processi in corso, conflitto di interesse e il codice deontologico antimafia. Per quanto riguarda invece i limiti legati all'attività parlamentare pregressa, Monti 'concede' un massimo di due deroghe per ciascuna lista (per quelle liste cui sono ammesse persone che hanno già svolto attività parlamentare).
Un giro di vite che, probabilmente, creerà qualche problema ai suoi alleati a cui comunque il Prof. indora la pillola ringraziando pubblicamente, poco prima di congedarsi frettolosamente dai giornalisti, "dell'apporto e dell'entusiasmo di Italia Futura, di Montezemolo, Casini, Fini, Riccardi e di tantissime espressioni della società civile". Ma anche, visto che la campagna elettorale è appena all'inizio, per l'interesse dimostrato da parlamentari "del Pdl e del Pd".